“Mi casa es tu casa”, Formia incontra Mallorca

di Krizia Celano
Gli studenti del “Marco Tullio Cicerone” di Formia e dell’istituto mallorquino “Bendinat”

“Mi casa es tu casa” è il nome del progetto studentesco ideato dal liceo “Marco Tullio Cicerone” di Formia e riguardante in primis i ragazzi frequentanti il corso linguistico. Si tratta di uno scambio culturale tra gli alunni dell’istituto formiano ed altri dell’istituto mallorquino “Bendinat” con lo scopo di educare alla diversità e comprenderla in tutte le sue bellezze. Esistente già da 6 anni, l’iniziativa interculturale ha visto crescere sempre più il suo numero di partecipanti. Da soli 8 alunni coinvolti il primo anno, si è arrivati alla presenza di ben 27 accompagnati da 3 docenti.

I ragazzi italiani hanno avuto la possibilità di confrontarsi con teenagers che si sono rivelati una vera fonte di arricchimento per il loro bagaglio culturale ed umano. Allo stesso modo, gli studenti mallorquini hanno avuto modo di visitare il territorio formiano ed i suoi dintorni per entrare sempre più a far parte della quotidianità di coloro i quali li hanno ospitati.
Molte sono state le uscite didattiche organizzate dall’istituto pontino, dall’esplorazione del cisternone formiano, per ammirarne resti di importanza storica ancora tangibili, alla visita guidata dell’Abbazia di Montecassino, ed ancora dal camminare nella cittadina di Gaeta Medievale ad una giornata trascorsa interamente nella città di Napoli. Inoltre, a poca distanza da quest’ultima, è situata l’antica villa romana di Oplontis che conserva ancora i suoi resti dall’eruzione Vesuviana di Pompei ed Ercolano e che gli studenti dell’istituto Bendinat hanno avuto la possibilità di ammirare ed apprezzare in situ. La conoscenza, però, non si è limitata soltanto ad un ambito culturale ma anche culinario; i ragazzi, difatti, hanno potuto provare cibi tipicamente italiani come la pizza napoletana, la pasta e molto altro. Ad accrescere in bellezza il soggiorno in Italia è stata la loro permanenza a Roma, città aeterna della quale hanno avuto la possibilità di ammirare la grandezza storica e monumentale. Dai racconti dei ragazzi è emerso il ricordo affascinante del Colosseo, della fontana di Trevi ma anche del Pantheon e dei fori romani.
“Mi casa es tu casa” non riguarda solo un’accoglienza concreta dell’altro quanto un viverci quasi in simbiosi, elemento fondamentale per insegnare ai ragazzi ad amare la diversità. Italiani e mallorquini hanno subito stretto amicizia ed hanno trovato molti interessi in comune che mai avrebbero pensato avere. Allo stesso modo i docenti, che hanno avuto il piacere di ri-incontrarsi dall’esperienza precedentemente vissuta e ricordarne eventi indelebili alla memoria con un sorriso. C’è stato inoltre uno scambio di doni tra i due licei per lasciare un segno ed un ricordo tangibile dell’esperienza agli alunni e spesso sono state organizzate uscite serali dalle stesse famiglie ospitanti che, affezionate ai ragazzi mallorquini, hanno fatto loro da “guida” nei giorni festivi. Il prossimo settembre sarà la volta degli studenti italiani che verranno ospitati dai rispettivi corrispondenti e lo scambio del 2017 si concluderà per dare posto ad un nuovo nel 2018.
Lo scopo di un istituto di istruzione, d’altro canto, non è solo quello di istruire quanto quello di educare i ragazzi ad essere cittadini del mondo, a diventare indipendenti e responsabili, ad avere cura dell’altro come se fosse un fratello anche se sconosciuto. Inoltre, progetti di questo calibro sono di grande importanza per il bagaglio culturale degli alunni: la geografia si impara camminando, la lingua soprattutto praticandola e la maturità la si acquisisce confrontandosi sempre. I ragazzi con “Mi casa es tu casa” hanno avuto la possibilità di mettersi in gioco, di combattere la timidezza per offrire se stessi, le proprie abitudini e la propria quotidianità ad altri ragazzi, un dono di cui sempre si fa tesoro.
Si parla molto di educazione all’ascolto e forse è importante non solo parlarne quanto applicarla perché, come disse Antonio Gramsci, “​cultura non è tanto possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita; il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri”.
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