Nell’ambito dell’attività di contrasto ai fenomeni violenti commessi nei luoghi della “movida”, nella giornata di ieri è stato notificato un altro Daspo Urbano, emesso dal Questore di Latina nei confronti di un 42enne di Norma.
Il provvedimento è il frutto dell’intensa attività di monitoraggio dei fenomeni violenti commessi nei luoghi di aggregazione e del rinnovato impulso della Questura di Latina verso l’attivazione di strumenti di prevenzione che, in parallelo alle consuete attività di polizia giudiziaria, mirano a creare un effetto di deterrenza rispetto ai fenomeni di violenza urbana.
L’uomo colpito dal divieto, si era reso responsabile di minacce e percosse ai danni di un’esercente di un bar del centro di Norma.
In particolare, lo scorso 14 agosto, era entrato in più occasioni all’interno dell’esercizio dove, vistosamente alterato dall’assunzione di alcool, al rifiuto dell’esercente di vendergli altre bevande e all’invito ad uscire fuori, aveva innescato un comportamento aggressivo nei confronti della donna, fatto di minacce e finanche di spintoni verso il bancone, tanto che la stessa, impaurita e sconvolta, aveva allertato il 112 per richiedere aiuto, con il successivo intervento dei Carabinieri della Stazione di Norma.
La valutazione degli atti trasmessi dai Carabinieri, lo stato di agitazione provocato nella donna e la sussistenza di precedenti in capo all’uomo, hanno consentito ai poliziotti della divisione Anticrimine della Questura di Latina, attenti a garantire una risposta ai fenomeni di violenza che comportano pregiudizi per l’ordine e la sicurezza pubblica, di attivare i procedimenti amministrativi volti all’applicazione della misura di prevenzione.
Per l’uomo scatta così il divieto per la durata di 1 anni, di frequentare locali pubblici o aperti al pubblico destinati alla somministrazione di alimenti e/o bevande quali pub, taverne, bar e ristoranti nonché locali di pubblico intrattenimento quali discoteche, locali notturni, ed affini ricadenti nel centro del Comune di Norma.
In caso di violazione i destinatari rischiano la reclusione da 6 mesi a 2 anni e la multa da 10.000 a 24.000 euro.