#Minturno: Confconsumatori elenca le problematiche più diffuse è chiede un chiarimento pubblico alla #RegioneLazio

La Regione Lazio ha ritenuto opportuno, in questo mese di novembre, l’invio di circa 235mila lettere di cosiddetti avvisi bonari per il recupero dei ticket sanitari evasi e relativi agli anni 2009 e 2010. 

E’ stato anche precisato che nello svolgimento di tale operazione sarebbe previsto un eventuale margine di errore del 3% degli accertamenti, per i quali è possibile quindi procedere ad annullamento in autotutela. 

La Confconsumatori Latina ancora una volta ribadisce la necessità e doverosità di procedere sempre e in tempi ragionevoli alle verifiche delle esenzioni ticket al fine di garantire che chi effettivamente ne abbia diritto possa usufruire delle prestazioni in esenzione e di recuperare le somme evase da chi non ne aveva diritto. 

Detto ciò e a seguito delle numerosissime segnalazioni che ci sono pervenute in questi giorni, possiamo affermare che l’operazione messa in atto dalla Regione Lazio ha generato il caos più totale. Probabilmente non è stato adeguatamente valutato e ponderato l’impatto di tale operazione sulla utenza e sulla gestione delle problematiche che inevitabilmente una operazione massiva di questo genere pone in atto. 

Numerosi sono i disguidi che si stanno verificando e pertanto chiediamo pubblicamente al Presidente della Regione Lazio Zingaretti di prendere una posizione chiara e precisa in merito alle seguenti disfunzioni che sono sotto gli occhi di tutti: 

1. Non è stato predisposto un servizio di call center adeguato. Infatti è assolutamente impossibile chiamare il numero dedicato che risulta sempre essere irraggiungibile. Una operazione di questa portata avrebbe richiesto maggiori risorse umane dedicate a far fronte alle numerosissime e legittime richieste di chiarimento.

2. Le lettere non riportano chiare indicazioni in merito alle prestazioni sanitarie e ai farmaci per i quali non si sarebbe pagato il relativo ticket. Non esistono argomentazione di tutela della privacy che possano giustificare queste carenze informative. Infatti le lettere inviate sono delle raccomandate recapitate al diretto interessato e quindi potevano essere inserite tranquillamente tutte le notizie necessarie.

3. Si è confermata la esistenza di cittadini di serie B. La Regione ha ritenuto opportuno di predisporre un ufficio fisico per ricevere informazioni posizionato solo a Roma, dimenticando che esistono realtà della nostra regione che sono poste a circa 200 km dal capoluogo.

4. Sono state recapitate lettere a soggetti minorenni. Non è possibile pensare di indirizzare atti formali a valore legale a soggetti minorenni e non invece agli esercenti la potestà genitoriale.

5. Sono stati duplicati e anche triplicati gli accertamenti con maggiorazione di costi di recupero. Infatti sono stati recapitati a singoli soggetti e per lo stesso anno più accertamenti con l’applicazione di € 25.00 ciascuno a discapito del singolo utente.

6. Si è deciso di non predisporre una procedura di rateizzazione. Non è possibile escludere aprioristicamente la possibilità di rateizzazione in tempi di crisi e difficoltà economiche come quelli che stiamo vivendo.

7. Si è deciso di agire solo dopo 7 anni. La decisione di non procedere ad accertamenti in tempi congrui è sicuramente poco felice. Effettuare controlli in tempi adeguati rientra negli obblighi di efficacia e trasparenza della amministrazione pubblica. Decidere di tollerare situazioni di illegalità senza procedere a controlli ravvicinati equivale ad avallare l’illegalità diffusa e far si che il cittadino perda anche la percezione del disvalore sociale dell’azione illecita. 

 

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