Si è rivelata una costruzione fantasiosa quella che ha coinvolto il giovane A.F., di Minturno, arrestato nelle scorse ore dai Carabinieri con l’accusa di estorsione aggravata. Secondo la ricostruzione iniziale degli inquirenti, A.F. avrebbe minacciato il proprietario di un autolavaggio a Scauri con una bottiglia di acido muriatico e una mazza da baseball, pretendendo la cessione dell’attività. Tuttavia, tale versione è stata smentita in sede giudiziaria, portando al rilascio immediato del giovane senza alcuna misura cautelare.
L’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, che ha difeso A.F. insieme al collega Gianni Bove, ha chiarito la reale dinamica degli eventi. “Nulla di più falso”, ha commentato Cardillo Cupo, spiegando come quella che inizialmente era stata descritta come una minaccia estorsiva fosse, in realtà, una lite degenerata, iniziata la sera precedente. Il giovane, secondo la difesa, sarebbe stato vittima di una serie di richieste di denaro e violenze, fattori che avrebbero portato alla sua reazione il giorno seguente, priva di un intento estorsivo ma orientata al mero danneggiamento dell’attività commerciale.
Durante l’interrogatorio di garanzia, A.F., poco più che ventenne, ha presentato al Gip del Tribunale di Cassino, dott. Lo Mastro, una dettagliata spiegazione degli avvenimenti, supportata da prove concrete, tra cui messaggi e file audio. Tali materiali avrebbero dimostrato che le accuse mosse contro di lui erano infondate e dettate da intenti calunniatori da parte dell’altra parte coinvolta.
Al termine di un’attenta camera di consiglio, il Gip non ha rilevato elementi sufficienti per confermare la gravità indiziaria a carico del giovane minturnese, ordinandone quindi la scarcerazione immediata. La vicenda si chiude così, almeno per il momento, con la completa assoluzione di A.F., ma resta ancora da chiarire il contesto in cui si sono verificati gli eventi e le motivazioni che hanno portato all’iniziale accusa di estorsione.
Gli avvocati del giovane hanno sottolineato la delicatezza del caso, rimarcando la necessità di un’indagine più approfondita per fare luce su tutti i dettagli. “Siamo soddisfatti della decisione del Gip – ha dichiarato Cardillo Cupo – ma continueremo a vigilare affinché venga fatta piena giustizia per il nostro assistito”.
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