“Miseria e Nobiltà” in scena al Teatro Remigio Paone il 26 e 27 dicembre

Non poteva mancare, come ogni Natale che si rispetti, il “teatro-panettone” dell’associazione TEATRARTE che torna in scena con il classico “Miseria e Nobiltà”, uno dei titoli più famosi della drammaturgia universale di tutti i tempi.

L’appuntamento del 26 e 27 Dicembre alle ore 20:30 presso il Teatro Remigio Paone si inserisce nella stagione del Teatro Partecipato promossa dall’Ipab SS. Annunziata in collaborazione con il Comune di Formia all’interno del sistema cittadino dei teatri.

Cavallo di battaglia dei più grandi attori napoletani e non del secolo scorso, lo spettacolo viene presentato in una edizione ricchissima di grandi interpreti, scene, costumi e dialoghi originali grazie al riadattamento del regista Enzo Scipione in scena nelle vesti di Felice Sciosciammocca.

Proprio Felice è la celebre maschera di Eduardo Scarpetta protagonista dell’intreccio amoroso tra il giovane nobile Eugenio per Gemma, figlia di Gaetano, un cuoco arricchito. Il ragazzo è, però, ostacolato dal padre, il marchese Favetti. Eugenio si rivolge, quindi, allo scrivano Felice per trovare una soluzione per un finale scoppiettante.

Ridotta ad un unico atto, il riadattamento originale di Scipione sottolinea il passaggio dalla ricca miseria alla povera nobiltà: nella prima parte una miseria palpabile, il pubblico la vive quasi toccandola con mano, il palco sarà popolato di morti viventi che si azzannano tra di loro e che hanno perso qualsiasi dignità. Si ride, ma si ride amaro. Il palcoscenico è nudo, un tavolo, poche sedie l’essenzialità ineluttabile di questo mondo di straccioni. Nella seconda parte, la nobiltà, è tutto finto e luccicante, quinte di stoffa, fondalini arricchiti di merletti, un padrone di casa “pezzente sagliuto” e tanti finti nobili travestitisi. Nel burrascoso finale, quasi a sottolineare che l’odio trasmesso dalla fame difficilmente si dimentica ma la miseria resta miseria e la nobiltà non esiste, Felice dirà: “Credetemi, non è stato difficile vestire i panni di qualcun altro… È bastato solamente chiudere gli occhi e ritrovarsi in un mondo che non ci appartiene. Provate anche voi! Chiudete gli occhi. Lavorate con la fantasia… Non esagerate, però, perché alla lunga tutti si accorgeranno della finzione… Sentite a me, lasciate perdere, siate sempre voi stessi e nessuno potrà rimproverarvi di averlo fatto in modo sbagliato”.

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