“Tutti i lavori realizzati fino ad oggi – dichiara Sabina Mitrano – sono solo dei piccoli pezzi che non ci danno una chiara idea globale di quello che il centro storico dovrebbe essere. Prima di intervenire in un luogo unico nel suo genere come questo è necessario predisporre uno studio critico attento, che metta insieme tutte le componenti del paesaggio. Il Molo Santa Maria è il cuore della storia, il luogo dove è nata la città di Gaeta, appartiene a tutti i cittadini, non solo ai residenti, e il progetto che si vuole realizzare ci lascia esterrefatti per la sua superficialità. Il primo intervento riguarda la pista ciclabile: il primo tratto arriva alla fine del Lungomare e si interrompe perché non esiste un percorso su Piazzale Caboto né sul piccolo tratto davanti alla Capitaneria di Porto, chiuso da un cancello che priva i cittadini di accedervi. Si può passare quasi in fila indiana lungo la banchina, giungendo su Via Bausan. Dunque, la pista ciclabile si interrompe sul Lungomare Caboto e poi, secondo quanto previsto da questo progetto, ricomincia dalla piazzetta antistante la Gelateria ‘Il Molo’ per arrivare per circa cento metri a Punta Stendardo. Una pista ciclabile di cui non si capisce il senso, che invade la carreggiata, costringe di nuovo – come è stato fatto, ad esempio, in Corso Italia con la realizzazione di parcheggi a spina di pesce che restringono l’ampiezza della carreggiata – a complicare la viabilità dell’unica strada effettivamente percorribile di Gaeta medievale. La pista in questo modo invaderà anche la passeggiata del centro storico senza alcun beneficio per la mobilità della zona”.
“Altro aspetto che ci lascia perplessi – prosegue la portavoce di ‘Gaeta Comunità di Valore’ – è il paesaggio del Molo Santa Maria che verrà irrimediabilmente stravolto e compromesso. Abbiamo letto attentamente la relazione paesaggistica allegata al progetto. Ci ha lasciato interdetti leggere che questo luogo “non ha particolari connotazioni storiche” e che i lavori non modificheranno la morfologia: ma da quanto leggiamo tale restyling impatterà fortemente sulle caratteristiche del luogo. Qui è nata la città di Gaeta, qui è nato il rapporto strettissimo tra i cittadini e il mare. Solo per citare un esempio della storia, i pescatori arrivavano con le loro imbarcazioni persino dentro la Chiesa di San Giovanni a Mare, ma tantissime sono le testimonianze di questo legame così speciale. Questo progetto non tiene conto della storia di questo quartiere, perché prevedrà una chiusura completa dell’orizzonte, verrà ostacolato da un muretto al di sopra del quale verrà posizionata una riviera, verranno sparpagliate su tutto il perimetro delle palme che sono assolutamente fuori contesto e perdipiù sarà realizzata un’area relax con passeggiata e dehors, che sicuramente è necessaria, ma vi verranno installate delle tende semovibili che non hanno niente a che fare con la storicità del luogo”.
“Non vogliamo criticare la risposta o meno a dei criteri estetici – conclude Sabina Mitrano – ma quello che bisogna comprendere è che per intervenire in un luogo come questo è necessaria la competenza, lo studio e il rispetto dell’identità del luogo. Ciò che serve a Gaeta, e in particolare al quartiere medievale e al centro storico del borgo, è una visione d’insieme con uno studio approfondito della storia e dell’identità della città, dando dignità ai luoghi più belli che abbiamo intorno”.
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