Una delegazione del Montenegro è tornata a Gaeta a distanza di due anni dalla loro ultima visita. Alcuni componenti dell’associazione culturale “Dukljani”, dopo aver fatto visita alla tomba della Regina Elena presso il Santuario a Vicoforte (Cuneo), si sono recati presso il monumento intitolato ai caduti di “Elena”, in Villa delle Sirene. Qui hanno deposto un cuscino di fiori in ricordo della comunità di cittadini montenegrini che popolò la zona del Golfo dal 1919 al 1922 per poi recarsi in Comune.
Il Sindaco Cosmo Mitrano, essendo fuori sede per impegni istituzionali, ha fatto giungere loro, tramite il Capo di Gabinetto Roberto Mari, un saluto di benvenuto ringraziandoli dell’interesse che continuano ad avere per la città di Gaeta, luogo dove il governo montenegrino decise di trasferire il 10 marzo 1919 un migliaio di soldati. “Un legame storico e d’amicizia tra Gaeta ed il Montenegro – ribadisce Mitrano – che con il passare degli anni si rafforza sempre più”.
Un saluto di benvenuto è stato espresso anche dagli assessori Mauro Fortunato, Lucia Maltempo ed Italo Taglialatela, che hanno accolto presso l’aula consiliare la delegazione montenegrina visibilmente emozionata e grata alla Città di Gaeta per la calorosa ospitalità.
Gaeta, Montenegro e Casa Savoia: dove nasce questo legame d’amicizia, nel segno della Storia.
Gaeta dal 1897 al 1927, aveva assunto come Comune autonomo la denominazione di “Elena” differenziandosi così da Gaeta S. Erasmo. Si scelse questo nome in onore della Principessa Jelena Petrović-Njegoš, sesta figlia di re Nicola I del Montenegro e di Milena Vukotić, diventata consorte di Re Vittorio Emanuele III, quindi seconda Regina d’Italia e madre di Re Umberto II e delle Principesse, Iolanda, Giovanna, Maria Francesca e Mafalda. Quest’ultima morì nel lager di Buchenwald. Il suo corpo, grazie al prete boemo del campo, padre Tyl, non venne cremato, ma messo in una bara di legno e seppellito in una fossa comune. Soltanto attraverso l’intervento di sette marinai tutti originari di Gaeta Giovanni Colaruotolo, Corrado Magnani, Antonio Mitrano, Erasmo Pasciuto, Antonio Ruggiero, Apostolo Fusco e Giosuè Avallone, si riuscì ad identificare la tomba anonima dandole degna sepoltura.
La comunità gaetana e quella montenegrina sono quindi “unite” nel nome della Regina Elena da questi episodi della Storia del XIX secolo, in un legame d’amicizia sempre più saldo e duraturo.
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