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Multipiano delle poste di #Formia, Udc: “Incarichi esterni per più di 100mila euro”

“Riteniamo che non sia affatto possibile che la Curatela Fallimentare metta all’asta il parcheggio multipiano di Piazzale Aldo Moro. Il Comune ne deve entrare in possesso pagando ciò che deve. Punto”.

“Ha davvero dell’incredibile quello che la “Bartolomeo SpA” sta cercando di fare sul multipiano – aggiungono -. Il Comune non è una SpA. Prima vota contro l’acquisizione a patrimonio comunale poi spende 100.000 euro di consulenze per entrare nel passivo della curatela con un concordato fallimentare, come si legge da una allegra delibera 346 del 21 dicembre scorso. La Giunta ha deciso infatti di affidare al prof. avvocato Francesco Fimmanò, che ha reso il parere sulla vicenda e si è reso disponibile ad accettare l’incarico richiesto e di riconoscere al professionista il compenso di 45 mila euro (oltre quelli già incassati).

Che interesse ha Bartolomeo a gestire il fallimento? Alla città interessa solo il parcheggio non tutto il resto che spetta invece al curatore. I singoli Consiglieri di maggioranza fuori il palazzo ci dicono di non essere d’accordo con questo spreco di denaro però i loro Assessori di riferimento votano le delibere. E nel frattempo manca la carta igienica nelle scuole… Perché Bartolomeo continua a fare variazioni di bilancio per ampliare il fondo delle consulenze quando abbiamo un’ottima avvocatura comunale, che tra l’altro è pagata, per fare questo?

Tutto questo ci lascia senza parole e soprattutto senza fondi per attività altrettanto importanti inoltre ci teniamo a ricordare che a leggerla bene la recente sentenza del Consiglio di Stato non dice certo che la Curatela Fallimentare è proprietaria a tutti gli effetti del parcheggio o meglio che può disporne liberamente.

La sentenza richiamata censura, peraltro solo in parte, gli atti laddove il Comune (giunta Forte ndr), ha usato il potere di Ordinanza per rientrare in possesso anticipato del bene, anziché gli strumenti ordinari del diritto fallimentare civile, mentre conferma la piena legittimità della dichiarata decadenza della concessione del servizio a causa del fallimento della Società Formia Servizi. Ma la sostanza non cambia di certo. Non va dimenticato che il Comune aveva utilizzato lo strumento dell’Ordinanza solo perché il più idoneo e celere per evitare il degrado in cui versava l’immobile e restituirlo al più presto all’uso pubblico. Se il Comune non avesse autoritativamente acquisito il parcheggio, oggi lo stesso sarebbe ancora chiuso vandalizzato e con la piazza soprastante inutilizzata.

Non va dimenticato che solo grazie a quegli atti, peraltro ritenuti legittimi dal T.A.R. Latina il Comune ha potuto rendere fruibile il parcheggio, e terminare i lavori della Piazza.

Tanto premesso, ricordiamo che alla Società Formia Servizi, fu concesso il diritto di edificare sul suolo demaniale il parcheggio multipiano perché la Società doveva esercitarvi il servizio di parcheggi a pagamento nel centro cittadino per la durata della concessione (all’epoca di 44 anni).

Se è vero che il Comune ha ottemperato ai propri obblighi, è stata la Società Formia Servizi a rimanere inadempiente sia nel pagare i canoni concessori, ma, soprattutto, a causa del suo fallimento (non addebitabile al Comune), non è stata più in grado di gestire il servizio parcheggi che era la contropartita rispetto al diritto di edificare il parcheggio stesso.

Pertanto riteniamo che la Società Formia Servizi – e dunque oggi per essa la Curatela Fallimentare – in quanto inadempiente a causa del fallimento non possa invocare la proprietà, seppure a tempo determinato, dell’immobile, ma possa pretendere unicamente il rimborso di quanto speso per la costruzione e cioè un indennizzo, come abbiamo da sempre sostenuto.

L’indennizzo ottenuto costituirà un attivo per il fallimento da ripartire ai creditori aventi diritto, mentre l’Amministrazione riotterrebbe la piena proprietà dell’immobile, così ripristinandosi l’equilibrio delle rispettive posizione alteratosi, ricordiamo, non per colpa del Comune ma della scellerata gestione della Società che ne ha decretato il fallimento ed i procedimenti per mala gestione e bancarotta fraudolenta.

Dobbiamo da ultimo chiarire che il fallimento della Società è stato dichiarato dal Tribunale (è vero nella persona del Giudice Lollo), ma poi è stata confermato dalla Corte di Appello di Roma e poi addirittura dalla Suprema Corte di Cassazione (la sentenza è pubblica e può essere consultata da chiunque). I massimi Giudici Civili hanno accertato che la Società Formia Servizi era in uno stato di insolvenza tale che non poteva che condurre al fallimento. Non solo, ma i Giudici della Corte di Appello hanno anche attestato in sentenza che gli allora amministratori hanno nascosto nei bilanci perdite tali che avevano intaccato il capitale sociale in misura superiore a quella consentita dalla legge, per cui già prima del fallimento gli amministratori dell’epoca avrebbe dovuto ripianare le perdite o mettere in liquidazione la società stessa. Viceversa hanno falsificato i bilanci aggravando la già compromessa situazione e portando la Società al fallimento.

Le sentenza che dicono questo sono pubbliche e consultabili da chiunque.

Così chi ha interesse potrà verificare che tutti coloro i quali ancora oggi continuano a sostenere che la Società sia stata fatta fallire dal Comune o sono disinformati, o peggio sono in mala fede.

Ci auguriamo che l’Amministrazione continui nel perseguire l’interesse pubblico e la legge, così come è stato fatto in passato, e la smetta di sperperare fondi comunali per pareri esterni inutili per ottenere obiettivi distorti che nulla hanno a che vedere con l’interesse pubblico”.

Lo sostiene in una nota il gruppo Udc di Formia.

redazione

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