Quando, dove e per quanto tempo la città di Amyclae calcò il palcoscenico della Storia? Alla mancata risposta “storica” di pur autorevoli ricercatori nella fase aurea della “Romanità” si porrà rimedio, domenica 17, alle ore 17,30, presso il Museo Archeologico nazionale di Sperlonga, in occasione della presentazione dell’opera prima di Irene Chinappi. “Amyclae, il silenzio che uccide” verrà presentato al pubblico dalla stessa autrice nell’ambito di un progetto che registra l’ennesima sinergia operativa tra il Polo Museale e l’Ente locale che, di comune accordo, hanno predisposto un percorso comune di collaborazione, a tutto vantaggio di sempre più proficue conoscenze su realtà e leggende sulle quali il velo del mistero deve essere ancora sollevato del tutto.
E , come la stessa Chinappi, ha commentato sul suo profilo Facebook, il suo primo romanzo contribuisce a “far conoscere #Sperlonga, la sua identità, il suo passato e le sue leggende con una piacevole lettura ricca di suspence e colpi di scena. Più di duemila anni fa Lucilio, Cicerone, Servio, Virgilio, Plinio e tanti altri -spiega l’autrice- scrivevano di una città chiamata Amyclae e la collocavano in un’area non ben definita tra Terracina, Fondi e Sperlonga. Raccontavano che era stata distrutta dai “serpenti” e che i suoi abitanti morirono “tacendo”.
Probabilmente nemmeno loro erano certi che fosse esistita ma è proprio grazie a quelle testimonianze che è nata la sua leggenda. Archeologi, storici e appassionati hanno scandagliato il territorio in cerca di un segnale, hanno messo insieme studi e ricerche. Nessuno mai l’ha trovata. E la questione è ricaduta nel silenzio.
Mi sono appassionata all’argomento -prosegue Irene Chinappi- quando mi è capitato di trattarlo in redazione. Ho voluto approfondirlo perché riguardava la mia terra, le mie origini. E così ci ho messo l’anima. Ho raccolto dati e informazioni, poi sono andata ad Amyklès, in Laconia, dove ho trovato ulteriori spunti. Dallo studio approfondito del materiale, integrato con le ipotesi dello storico itrano Albino Cece, ha preso corpo un’ipotesi.
Che ho deciso di raccontare utilizzando la forma narrativa. Il mistero si prestava al genere avventuroso per questo ho scelto la suspense, gli enigmi e il ritmo serrato del genere thriller”. Soddisfatti di questa nuova tappa sinergica il sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, insieme al delegato comunale ai beni culturali e paesaggistici, Stefano D’Arcangelo, e la direttrice del Polo Museale di Roma e del Lazio, nonché direttrice del museo di Sperlonga, Edith Gabrielli, nel cui protocollo firmato comunemente, figurano altri interessanti eventi la cui location è fissata sempre presso il sito reso famoso dai reperti che ci riportano alla memoria dell’imperatore Tiberio.
Orazio Ruggieri
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