Siamo gli unici ad avere in questi anni dato conto pubblicamente, carte alla mano, di ciò che facevamo, ma dobbiamo constatare – purtroppo – che ancora in molti non vogliono la trasparenza ed il confronto, bensì il chiacchiericcio da capere. Anzichè perdere tempo ad insultarci, ad ingiuriare gli unici che da anni ci mettono la faccia, nel bene e nel male, farebbero bene in tanti a pretendere giornate della trasparenza ai comuni e agli altri enti pubblici, magari agli ATER, ai parchi, alle asl, alle università, a tanti enti territoriali, a pretendere da questi informazioni che noi diamo totalmente, a chiedere anche a loro di mettersi a nudo come in questi anni ha fatto questa piccola Istituzione, l’IPAB SS. Annunziata, che neppure si conosceva appena qualche anno fa. Potrebbero dare un significativo contributo ad un’Italia migliore, ad un Paese meno corrotto.
Nessuno di noi si è voltato dall’altra parte in questi cinque anni, anzi!. Ieri, nella seconda giornata della trasparenza sono stati rendicontati cinque anni di attività poichè l’attuale CDA ha cessato la propria attività e sono stati presentati risultati positivi ed anche quelli negativi di cinque anni e più. Questa si chiama trasparenza. Presentare soltanto le tante eccezionali cose buone fatte avrebbe significato scivolare sulla propaganda, alla quale purtroppo siamo stati abituati come cittadini. Le iniziative di contrasto nei confronti di atti ritenuti potenzialmente illegittimi, se non addirittura illegali, sono state attivate non certamente ieri o l’altro ieri o a ridosso della fine del mandato, ma da tempo e a tempo debito. Se attualmente alcune di esse sono già all’attenzione di qualche tribunale è evidente che non ci si è svegliati di colpo.
A qualche linguista non è piaciuto il termine anomalia, che noi abbiamo usato nella sua evidente accezione di irregolarità, e da giudice consumato qual già ha iniziato a rotolarsi gaudente tra brogli e reati vari. Non è il nostro mestiere quello di condannare. Il nostro dovere è quello di controllare, prevenire e segnalare, mettendo in piedi azioni di contrasto. Dal 2012 c’è una specifica legge che ci obbliga, al pari di tutti gli altri enti, ad attivarci per evitare fenomeni corruttivi. Ciò che il Direttore Caprio ha fatto e ha scritto nella sua relazione è un obbligo di legge, è il frutto del monitoraggio svolto in questi due anni sulle attività dalle quali sono emersi alcuni elementi che potrebbero essere a rischio di corruzione.
E come prescrive la norma, l’IPAB ha proceduto alla mappatura, alla valutazione e di fronte ad alcune ipotesi di possibili condotte illecite si è proceduto a fare le dovute segnalazioni. Senza scaricare nessuno e senza alcuna accusa preventiva. Sempre alla luce del sole. Nell’incontro di ieri, al quale in pochi hanno ritenuto di partecipare, abbiamo ringraziato tutto il CDA e tutti coloro che in questi cinque anni ci hanno aiutato, a partire dal Presidente De Filippis prima e dal Presidente f.f. Bianchi, poi, che si sono assunti importanti responsabilità. Siamo convinti che sia stata segnata una strada che anche coloro che verranno dopo questo CDA saranno costretti a battere”.
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