Occhi all’insù questa notte, tra il 7 e l’8 aprile 2020, per assistere ad un evento che, per un momento, ci farà distogliere l’attenzione da quello che sta accadendo intorno a noi a causa del COVID-19.
In cielo apparirà, dalle 20:26 circa della sera del 7 fino alle 07:16 circa del mattino del 9 aprile, la terza Superluna dell’anno, che sarà anche la più grande e la più bella del 2020.
Una Superluna si ha quando il nostro satellite si trova nella fase di plenilunio (luna piena) e nello stesso tempo si trova ad una distanza minima dalla Terra chiamata perigeo. In questo caso la luna disterà dalla Terra solo 356.908 km ovvero quasi la minima distanza possibile, è molto difficile infatti che la fase di luna piena coincida perfettamente con la distanza minima possibile di 356mila km, molti di più sono i casi intermedi, quindi è un fenomeno da non perdere.
Nell’ultima Superluna, quella verificatasi il 9 marzo la distanza fu maggiore, ovvero di circa 357.122km. In questa occasione potremmo accorgerci che la luna sarà un po’ più grande del normale di circa l’11/12% e con una luminosità decisamente maggiore del 25/30%.
La parola “Superluna” fu ideata nel 1979 da Richard Nolle, un astrologo, e anche per questo motivo non è particolarmente apprezzata come termine da parte della comunità scientifica. Gli astronomi preferiscono riferirsi al fenomeno con la meno abbordabile coppia di termini “perigeo-syzygy”. Il primo indica, come abbiamo visto, il periodo in cui la Luna si trova più vicina alla Terra. Il termine “syzygy” viene invece usato per indicare l’allineamento di tre corpi celesti appartenenti a un medesimo
sistema gravitazionale, ed esiste anche una variante italianizzata del termine, poco usata: “sizigia”. Viene tra le altre cose utilizzato per indicare novilunio e plenilunio, quando il Sole e la Luna sono in congiunzione o in opposizione, anche se non sono precisamente allineati con la Terra.
La presenza di un robusto anticiclone garantirà un cielo sereno e stellato su tutta l’Italia, per cui tutti quanti potranno osservare l’avvenimento.
di Cristina Ludovica Verrillo