Le incessanti attività di indagine sul territorio volte ad infrenare lo spaccio di sostanze stupefacenti hanno portato all’esecuzione di due misure cautelari nei confronti di giovani locali per i reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Un numero crescente di giovani consumatori di cocaina, hashish e marjuana si stava dedicando alla commercializzazione di queste sostanze in danno di coetanei, talvolta anche di minore età, specialmente nei pressi delle scuole e dei locali notturni del centro.
Sono state raccolte le disperate confidenze di genitori e familiari che avevano già notato come, nei pressi degli istituti scolastici, circolasse stupefacente. La strategia della “prossimità”, cosi come si è andata evidenziando ed il rispetto dell’anonimato verso coloro che offrivano ogni sorta di collaborazione, conduceva gli inquirenti verso due persone, apostrofate con gli appellativi di “U’ Bello” e U’ Boss”. Infatti, questi ultimi nella zona di Gaeta, gestivano il commercio degli stupefacenti, vantando peraltro diversi pregiudizi di polizia per stupefacenti.
I “pusher” infatti, oltre ad essere venditori, spesso erano anche consumatori e, in alcuni casi, hanno cominciato a spacciare per ammortizzare le spese del consumo. Tutti i personaggi coinvolti hanno evidenziato tecniche particolari di approccio dei clienti, utilizzando punti di incontro prestabiliti in zone facilmente sorvegliabili da parte loro e, comunque, mai indicate in modo chiaro. Infatti ogni comunicazione avveniva con l’uso di parole e con un linguaggio “criptico”, proprio per eludere ogni forma di controllo. Le “precauzioni” adottate da costoro assumevano, talvolta, connotati paranoici: arrivando persino ad evitare i contatti stessi con altri giovani o, addirittura, a controllare i movimenti degli appartenenti alle forze dell’ordine.
In alcuni di questi riscontri, gli inquirenti sono ricorsi all’ausilio dei cani antidroga, specialmente durante le perquisizioni in ambienti grandi o in zone all’aperto, allorché le dosi venivano anche gettate nei momenti critici dovuti ai controlli. I giovani coinvolti e gli indagati, hanno età comprese tra i 20 ed i 40 anni ed i due destinatari delle misure cautelari si identificano per: M.M., di anni 45 e P.M., di anni 23.
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