Una storia che ha dell’incredibile quella che riguarda Fabrizio Purificato, 47 anni, consulente finanziario originario di Formia e attivo in Italia e a Londra, scarcerato il 21 febbraio, dopo un anno e mezzo di false accuse. Arrestato la mattina del 4 novembre 2021, in seguito ad un’accusa di riciclaggio di denaro (circa 21 milioni di euro), avanzata da parte della Guardia di Finanza, è stato costretto alla reclusione presso il carcere di Poggioreale. Oltre a lui, altre 18 persone sono state coinvolte nell’ipotesi accusatoria, tra cui Giampaolo Cretella, 63enne gaetano e Rosario Ambrosino, 66 anni, da Napoli, considerati, insieme a Purificato, gli artefici dell’operazione illecita. Secondo la Procura di Aversa, per tre anni gli imputati avevano trasferito all’estero ingenti somme di denaro, che dovevano essere, invece, impiegate per coprire le imposte patrimoniali.
“Svegliarsi una mattina, trovandosi le forze dell’ordine in casa, pronte a strapparti alla tua famiglia, senza sapere minimamente il perché, è un qualcosa di assolutamente terribile”, queste le parole di Fabrizio Purificato, rilasciate oggi in occasione della conferenza stampa, tenuta questa mattina, presso il Grand Hotel Miramare a Formia. “Sono finito all’inferno dall’oggi al domani, deportato nel carcere di Poggioreale, con accuse di reati che non avevo commesso, privato dei miei beni, senza avere la possibilità di capire cosa stesse succedendo”. Con il volto segnato dalla sofferenza e anche dalla rabbia, Fabrizio si è poi lasciato andare allo sfogo e alla commozione: “La mia storia è solo una delle tante che hanno luogo in Italia, dove sempre più di frequente persone innocenti finiscono in prigione. Spesso ho pensato di non farcela e di staccare la spina ma fortunatamente, grazie anche all’aiuto dei miei legali la giustizia ha trionfato”.
Pasquale Cardillo Cupo, avvocato con sede a Formia e Roma, e Felice Belluomo, avvocato di Aversa, sono i legali che si sono occupati di tutta la vicenda giudiziaria, che prende il nome di “Operazione Piccadilly 2”. Anche loro sono intervenuti stamattina nella conferenza, a sostegno del loro cliente, in una giornata che ha rappresentato la definitiva liberazione per Purificato e le altre persone coinvolte nell’accaduto. “Ancora oggi troppo spesso accadono vicende come questa, sono cose che lasciano un segno indelebile nelle persone coinvolte e nelle loro famiglie e siamo contenti di essere riusciti a ridonare dignità a coloro ai quali era stata privata”. Così si è espresso Cardillo Cupo, prima dell’inizio della conferenza odierna.
Ha detto la sua, poi, Felice Belluomo, rimarcando l’importanza del successo dell’operazione: “Ci sono ancora delle lacune importanti in Italia per quanto riguarda la cultura della giurisdizione, da parte delle stesse forze dell’ordine, che spesso si trovano ad operare in maniera un po’approssimativa. Per questo l’esempio di Fabrizio, speriamo che sia d’insegnamento per il futuro, per una maggiore cultura della legalità. Vedere la sofferenza di una persona, privata ingiustamente della propria vita, sulla base di ipotesi non comprovate, è ciò che spinge ad auspicarci di dover assistere sempre meno a storie di questo tipo”.
Si è poi tenuta la conferenza stampa, alla presenza di un discreto numero di persone, che hanno ascoltato la toccante storia di Fabrizio Purificato. Dal racconto della mattina in cui si è visto trascinato via dalla sua dimora, ai difficilissimi 15 mesi trascorsi presso il carcere di Poggioreale, tra momenti di tensione e di crollo emotivo. Una storia che si è conclusa con un meritato lieto fine, con l’augurio che sia stata posta la parola fine su una vicenda decisamente negativa.
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