In occasione delle attività subacquee di indagine archeologica prescritte dalla competente Soprintendenza ai Beni Archeologici, nell’ambito dei lavori di adeguamento funzionale degli scivoli e delle banchine presenti presso il molo “Vespucci” del porto di Formia, nella giornata di domenica 13 giugno 2021 l’operatore subacqueo incaricato ha rinvenuto, all’interno del bacino portuale, la presenza di un presunto residuato bellico, semi affiorante dal fondale marino roccioso misto a fango, ad una profondità di circa sette metri.
Fortunatamente, l’ordigno si trovava adagiato in un lato del porto non principalmente interessato dall’intenso traffico di traghetti di linea ed unità da diporto che sta caratterizzando questo primo scorcio di stagione estiva.
La Capitaneria di porto di Gaeta ha immediatamente informato la Prefettura di Latina, oltre a vietare nello specchio acqueo interessato la navigazione e qualsiasi altra attività connessa con l’uso del mare, tramite apposita Ordinanza.
La Prefettura ha quindi richiesto l’intervento di personale specializzato del COMSUBIN della Marina Militare, avvenuto questa mattina con militari e mezzi del Nucleo SDAI del Gruppo Operativo Subacquei, di stanza presso il porto di Napoli.
L’ordigno, dopo esser stato riconosciuto come una bomba di aereo risalente alla Seconda Guerra Mondiale, è stato messo in sicurezza e rimorchiato fuori dall’ambito portuale da una motovedetta della Guardia Costiera di Formia.
Si è quindi proceduto al brillamento in un punto precedentemente individuato, a circa sette miglia al largo di Punta dello Stendardo del porto di Gaeta con un fondale di oltre 70 metri, ad una distanza ed una profondità adeguate a garantire la sicurezza delle operazioni e a tutelare l’ambiente marino.
A supporto delle attività nella cornice di sicurezza in mare è stata impiegata anche una motovedetta della Guardia Costiera di Gaeta.
Il sinergico intervento delle Autorità preposte e degli operatori ha consentito di rimuovere rapidamente il potenziale pericolo, limitando i disagi per l’utenza marittima e permettendo di rendere nuovamente pienamente fruibile il porto formiano.”