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Formia

Ospedale Dono Svizzero, Taddeo:”Il nostro obiettivo è migliorare”

“Lo sviluppo e la valorizzazione dell’ospedale Dono Svizzero tra gli obiettivi prioritari dell’Amministrazione comunale di Formia. Con questo obiettivo, ed in questo contesto, si è svolta la Commissione Salute e Sanità. L’incontro è partito dalla consapevolezza condivisa del ruolo centrale che l’ospedale Dono Svizzero di Formia, in qualità di Dea di I livello, svolge non solo per la comunità di riferimento ma per l’intero comprensorio del Golfo di Gaeta. La riunione è stata l’occasione per affrontare in modo organico le criticità esistenti attraverso la voce di chi, ogni giorno, lavora per colmare le carenze esistenti e fornire un’assistenza all’altezza delle aspettative dei cittadini. All’incontro sono intervenuti alcuni direttori dei reparti del Presidio Ospedaliero: Francesca D. Cardillo (Uosd Oncologia P.O. Centro Sud), Serenella Gioia Dalmaso (UOC Medicina Generale D.E.A. 1° Livello Formia), Antonio Treglia (UOC Nefrologia e Dialisi P.O. Sud Formia) e i pediatri Giuseppe Buttaro e Lucia Masi.

“Sono state evidenziate diverse criticità in cui si verrà a trovare il reparto di Oncologia – ha spiegato la dottoressa Francesca Cardillo – anche a seguito dell’accorpamento territoriale della UOSD di Oncologia di Formia e Aprilia sancito nell’atto aziendale. Il nuovo primario sarà il dottor Daniele Santini, già responsabile del Day-hospital oncologico del Policlinico Universitario del Campus Biomedico di Roma – Formia diventerà soltanto un ambulatorio di oncologia. Mentre prima era un’unità operativa semplice con un solo direttore in loco. Sul territorio era funzionante con 12.000 prestazioni l’anno, erogate ai pazienti nella Uosd di Oncologia Formia-Terracina”.

I pediatri Buttaro e Masi hanno evidenziate le condizioni di precarietà in cui sono costretti a visitare i bambini presso il Dea di Formia stante l’assenza di una stanza di consulenza pediatrica. “Al ‘Dono Svizzero – hanno rilevato – c’è una grave carenza di personale essendo rimaste solo cinque unità mediche e spesso con una sola unità a turno per coprire le urgenze in pronto soccorso, nella sala parto, nel nido e nei reparti di pediatria. Il tutto inficiando anche la possibilità di partecipazione a corsi di aggiornamento. Mancano, inoltre, strumenti idonei per il trattamento del paziente pediatrico come un ecografo per gli accessi venosi ecoguidati”.

Infine il dottor Antonio Treglia (UOC Nefrologia e Dialisi) ha affrontato un discorso riguardante l’emergenza-urgenza globale sottolineando che lo statuto di un Dea implica la presenza nel presidio ospedaliero di attrezzature e spazi adeguati, con personale formato e soprattutto di reparti presenti nella rete di emergenza di tale sigla”.

A conclusione la presidente della Commissione Salute e Sanità, dottoressa Caterina Nocella, ha condiviso in pieno la linea dei direttori di struttura puntualizzando altresì “che vi è la necessità di una politica coraggiosa che vada a sancire l’art. 32 della Costituzione “Diritto alla salute e al benessere collettivo” poiché lo stato di salute di un cittadino non ha colore politico, etnicità e/o appartenenza sociale. L’umanizzazione delle cure, la collaborazione con il distretto sanitario e i medici di medicina generale appaiono fondamentali per una totale presa in carico del paziente”. Per il Dono Svizzero di Formia sono previsti importanti lavori sotto il profilo strutturale ed investimenti in tecnologia ed innovazione che, in vista della realizzazione del nuovo ospedale del Golfo, andranno a migliorare l’offerta sanitaria sul territorio.

“Tuttavia – spiega il sindaco di Formia, Gianluca Taddeo – non possiamo rinviare a domani le risposte che le nostre comunità ed il personale dell’ospedale chiedono da tempo. Per questa ragione, considerato l’ampio bacino di riferimento, nonché la centralità che l’ospedale di Formia riveste per l’intero comprensorio del Golfo di Gaeta, ho convocato per giovedì 26 maggio un tavolo intercomunale sulla situazione del “Dono Svizzero”, cui prenderanno parte gli altri sindaci del sud pontino e il direttore generale dell’Asl di Latina, Silvia Cavalli. Parlare di assistenza e di rispetto del diritto alla cura e alla salute significa affrontare l’ordinario programmando il futuro. Il nostro obiettivo è migliorare ed implementare non solo l’offerta sanitaria dell’ospedale Dono Svizzero ma soprattutto dare una risposta territoriale di assistenza ai nostri cittadini che non possono avere quale unico punto di Riferimento la struttura ospedaliera ma necessitano di servizi efficienti e di qualità a livello di prossimità”.

redazione

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