La nostra denuncia pubblica in merito alla chiusura annunciata del Punto di Primo Intervento del “Di Liegro” ha destato grande indignazione e sconcerto tra la popolazione. Malgrado questo nessuna reazione concreta e degna di nota è giunta dall’Amministrazione e dal Consiglio comunale cittadini, a partire dalle minoranze, salvo le solite e tardive rassicurazioni di Mitrano e della Direzione della ASL che oramai non convincono più nessuno.
Ciò a fronte di comunicazioni purtroppo già ufficiali e protocollate della Regione Lazio. E’ grave di per sè peraltro che gli annunci pubblici di diversi esponenti politici e addirittura dello stesso Sindaco giungano solo diversi giorni dopo la nostra segnalazione, senza la quale, ne siamo certi, nessuno avrebbe proferito parola. Tranquillizzare l’opinione pubblica e prendere tempo “buttandola in caciara” fino a cose fatte è del resto la solita strategia che conosciamo ormai bene, attraverso la quale si è distrutto il presidio ospedaliero cittadino. La sola cosa sulla quale ci sentiamo di dare ragione al Sindaco è la responsabilità ampiamente condivisa con le passate amministrazioni e trasversale tra i principali schieramenti politici. Appare infatti imbarazzante anche l’intervento di alcuni candidati di Centrosinistra che con una bella dose di faccia tosta vorrebbero ora cavalcare la protesta nata contro i propri rappresentanti regionali. Abbiamo infatti sottolineato più volte la complicità tra Centrodestra, Centrosinistra e Movimento Progressista sullo smantellamento del nostro Ospedale. Furono loro, lo ricordiamo ancora, a dare il proprio assenso unanime al nuovo Piano triennale di tagli predisposto dalla Regione amministrata da SEL/Sinistra italiana e dal PD, poi rappresentato dal voto favorevole di Mitrano in quota a Forza Italia presso l’Assemblea dei sindaci. Come abbiamo annunciato è nostra intenzione colmare questo sconfinato vuoto di rappresentanza costruendo una grande mobilitazione dal basso finalizzata a scongiurare quanto previsto.
Le iniziative di lotta da intraprendere sono già state oggetto di una riunione degli attivisti del Consiglio Popolare Ospedale di Gaeta che hanno concordato il seguente percorso. E’ bene innanzitutto che i politici direttamente responsabili o conniventi con quanto accade paghino il loro scandaloso comportamento alle urne e che i cittadini se ne ricordino bene al momento del voto, a partire dalle prossime elezioni comunali. Sara’ nostro impegno costante lavorare in tal senso dando vita fin da subito ad una lunga e capillare campagna di boicottaggio elettorale nei loro riguardi. È stata inoltre predisposta una petizione contro la chiusura del PPI che sarà fatta sottoscrivere ai residenti di Gaeta e del comprensorio, destinata al Ministro della salute Lorenzin, al Presidente della Regione Zingaretti ed al Commissario straordinario della ASL di Latina Casati. La petizione potra’ essere firmata per le strade della città, dove predisporremo appositi banchetti, presso alcuni esercizi commerciali e presso la sede del Consiglio Popolare in via Indipendenza 206. È necessario raccogliere piu’ firme possibili per far comprendere a chi siede nella stanza dei bottoni quanto sia forte e diffuso il dissenso causato. Abbiamo deciso inoltre di convocare una manifestazione cittadina per Sabato 22 ottobre, che si radunera’ dalle ore 16:00 in Villa delle Sirene per poi raggiungere l’ospedale. È essenziale che anche in questo caso i cittadini, le associazioni e le forze politiche non colluse con quanto accade intervengano numerosi per dare un preciso segnale. Non intendiamo comunque fermarci a queste iniziative che rappresentano anzi solo l’inizio di una lunga battaglia. Lanciamo in proposito un appello alle altre città sedi di PPI dei quali si sta decretando la chiusura per costruire un fronte di lotta comune ed organizzare insieme iniziative a livello provinciale e regionale. Che i cittadini di Minturno, Priverno, Cisterna, Cori, Sabaudia e Sezze si uniscano a noi anche per dimostrare il carattere non campanilista delle nostre battaglie, che anzi devono avere lo scopo di fermare un attacco complessivo contro il sistema sanitario pubblico pontino. Anche in questo caso ovviamente il nostro appello non è rivolto ai tanti politici di queste citta’ i cui partiti sono i primi responsabili di quanto accade ma che già spesso cercano ipocritamente di cavalcare il malcontento. Siamo convinti che quanto avviene non sia frutto di un destino ineluttabile ma che possa essere impedito.
È infatti evidente che lo smantellamento del sistema ospedaliero sia stato fermato o quanto meno rallentato nei centri ove la popolazione ha risposto da subito in modo compatto e deciso, mentre e’ proseguito inesorabile ove le reazioni sono state nulle o insufficienti, come purtroppo a lungo e’ avvenuto a Gaeta. Questa volta non sarà così.