Il Governo ha annunciato di voler riaprire i termini per la sanatoria fiscale dedicata alle Partite IVA. Quali i vantaggi della misura
La sanatoria per le partite IVA era già in corso, ma il termine per aderire era fissato al 31 ottobre 2024. Poi, causa della forte richiesta e dell’esigenza di sfruttare la misura per far cassa, l’esecutivo ha deciso di riaprire i termini fino al 10 dicembre 2024. In questo modo più contribuenti potranno beneficiare dell’occasione e così regolarizzare la loro posizione fiscale in maniera semplificata e con sconto.
Il termine tecnico che descrive la sanatoria è quello di concordato preventivo biennale. Una misura che permette ai contribuenti di mettere in ordine tutti gli aspetti fiscali per evitare debiti, sanzioni, interessi e potenziali procedimenti legali per gli anni dal 2018 al 2022. Il tutto pagando un’imposta sostitutiva forfettaria tra il 10% e il 15%.
La sanatoria, introdotta con un emendamento al decreto-legge Omnibus, mira non solo a incentivare la compliance fiscale e a tendere una mano a chi in questi anni ha avuto problemi con la dichiarazione dei redditi, ma anche raccogliere risorse aggiuntive per il bilancio.
Dunque partite IVA, commercianti e professionisti, versando una certa somma, potranno aderire al concordato biennale e chiudere definitivamente le loro pendenze fiscali per gli anni che vanno dal 2018 al 2022. Gli autonomi stanno infatti trovando o troveranno nei loro cassetti fiscali le stime preparate dalla Sogei, che sta collaborando con l’Agenzia delle Entrate, per organizzare i pagamenti previsti per il ravvedimento speciale.
Il pagamento dipende dall’affidabilità fiscale di ciascun contribuente. Un paramento valutato in base agli anni precedenti. La soluzione è attraente per le partite IVA perché consente di concordare preventivamente con l’Agenzia delle Entrate il reddito e le imposte dovute per due anni e, dunque, di avere maggiore certezza e stabilità fiscale. Inoltre, aderendo si può beneficiare di agevolazioni fiscali importanti, come l’applicazione di una flat tax ridotta (dal 10% al 15%) sul reddito concordato.
Ancora sanatoria fiscale per le partite IVA: come aderire
Il Governo ha anche spiegato che i soggetti che accettano la proposta di concordato saranno esclusi dagli accertamenti tributari per il periodo coperto dall’accordo. In più, qualsiasi reddito aggiuntivo rispetto a quanto concordato non sarà soggetto a tassazione.
Ma in cosa consiste praticamente il concordato? Ebbene, le vecchie dichiarazioni dei redditi saranno incrementate del 5%. Sul reddito aggiuntivo ottenuto, il contribuente dovrà versare una tassa del 10% per gli anni 2018, 2019 e 2022. Poi per gli anni del Covid (2020 e 2021), che sono giudicati come più particolari, l’imposta sarà del 7%. Ma, indipendentemente dal calcolo finale, il contribuente non potrà pagare meno di 1.000 euro per ciascun anno, per un totale minimo di 5.000 euro.
Per partecipare alla sanatoria le partite IVA devono presentare all’AdE una richiesta di adesione al concordato preventivo biennale (e ci sarà tempo fino al 10 dicembre 2024, se sarà approvata l’estensione dei termini). Dopodiché, bisogna calcolar la base imponibile per la sanatoria, che varia in base al citato indice di affidabilità fiscale (il cosiddetto ISA). L’incremento forfettario del reddito dichiarato e l’aliquota dell’imposta sostitutiva variano dunque a seconda del punteggio ISA. Infine bisogna compilare e poi presentare il modello F24 indicando l’anno di riferimento e il numero di rate.