ITRI – “Siamo nella merda” è il provocatorio incipit del comunicato emesso dal Comitato 6 Aprile che, a Itri, si batte, ormai da oltre un lustro, contro le devastazioni, ormai incontrollate, provocate ai danni dei poderi, da capi di bestiame lasciati al pascolo abusivo e incontrollato.
Dopo decine di riunioni tra i soci del comitato, con organi istituzionali e dopo una trentina di comunicati, per le vittime del crescente fenomeno è giunta l’ora che ogni cittadino diventi controllore diretto degli abusi e segnali la cosa agli organi di polizia preposti al controllo e alla sanzione del reato.
Il tutto è contenuto in un comunicato dove si legge espressamente “ Purtroppo rischia di diventare “normale” che allevatori di Campodimele, Esperia, Itri occupino abusivamente per buona parte dell’anno terre comunali e private nella cosiddetta “zona franca” al confine con Sperlonga e Fondi; terre che vengono “normalmente” anche percorse dal fuoco, come altre zone del sud-pontino, che è ai vertici regionali e nazionali per estensione e frequenza degli incendi, che “normalmente” colpiscono molti uliveti e minacciano anche abitazioni rurali. Così rischia di diventare “ normale” –prosegue la nota- che questi animali invadano strade, orti, uliveti, cortili di abitazioni, con notevoli rischi per le persone e danni per le coltivazioni.
Lo scorso autunno due tori hanno vagato liberamente per circa un mese, benchè segnalati, nei dintorni di Valle Staura; in un paese civile sarebbero stati sequestrati immediatamente.
I guai sono tutti di chi ci capita: gli animali scappano, sono difficilmente identificabili e i loro proprietari rimangono “normalmente” impuniti o possono contare su una giustizia lentissima e clemente. Se tutto ciò sta diventando “normale”, significa che di fronte a questa situazione si continua a fare poco o niente. Molti cittadini sono sfiduciati, rassegnati, altri sbraitano ma non fanno niente di concreto; alcune istituzioni sottovalutano questi problemi e se ne disinteressano, altre fanno poco o in rapporto alle loro possibilità.
Da anni insistiamo affinchè si effettuino i sequestri degli animali previsti dalla legge, ma occorre, oltre alla volontà politica, attivare le procedure per la loro cattura e una stalla di sosta, che Comunità montane e Provincia non hanno mai messo a disposizione.
L’Amministrazione Comunale di Itri, rispetto alle precedenti e alle altre Amministrazioni locali, sta affrontando più seriamente la questione e ha annunciato la realizzazione in collaborazione con il Parco di una stalla, ma occorre concretizzare nel breve periodo atti e procedure, perché questo è il momento di maggiore necessità, soprattutto per gli olivicoltori che si trovano letteralmente nella merda, con reti strappate e contenenti sterco di bovini… altro che olive DOP! Noi del Comitato continueremo a portare avanti le nostre legittime proteste, denunce e richieste a tutti i livelli. Una cosa è certa: se ci si rassegna e non si reagisce, la situazione sicuramente peggiora. Chiediamo a tutti i cittadini di attivarsi, di collaborare con noi in qualche modo, rivolgendosi ai Carabinieri forestali, alla Polizia locale, presentando –conclude il comunicato- querele ed esposti”.
Orazio Ruggieri