Il latte d’avena sta diventando sempre più popolare: in tanti lo hanno adottato come sostituto assoluto di quello vaccino. Ha senso, oppure no? Scopriamo tutto nel dettaglio.
Le ragioni che spingono un consumatore a preferire il latte d’avena a quello vaccino possono essere molteplici. Si va dall’intolleranza al lattosio (sempre più diagnosticata, nelle sue forme più o meno gravi) alle scelte dietetiche. I vegani e coloro che in generale optano per un regime alimentare fondato sullo scarso consumo di prodotti di origine animale stimano infatti il latte d’avena come la migliore alternativa disponibile a quello di vacca.
La bevanda derivata dai chicchi interi di avena piace anche per il suo basso impatto ambientale: il suo processo di produzione produce infatti piccolissime quantità di anidride carbonica e zero metano e richiede un uso relativamente basso di acqua e terra. Inoltre, non contiene colesterolo e ha un impatto calorico basso. E per questo viene percepito come più salutare.
Ma è davvero una buona idea smettere di consumare latte vaccino per bere solo latte di avena? Tutto, come avviene in molti casi, dipende dalle esigenze specifiche del consumatore e, in generale, dalle preferenze personali. La bevanda derivata dall’avena è utile perché privo di lattosio, colesterolo e spesso di grassi saturi, e al contempo ricca di fibre, vitamine (come la vitamina B) e alte dosi di potassio.
Gli svantaggi del latte d’avena rispetto a quello vaccino
Ciò che non si dice spesso è che la bevanda derivata dall’avena può contenere parecchi zuccheri aggiunti. Per migliorarne il sapore, i produttori sofisticano l’estrazione vegetale naturale con percentuali alte di galattosio o saccarosio. Per questo è sempre importante controllare le etichette.
Inoltre, in molti casi c’è una differenza abissale in termini di valore proteico tra il latte vaccino e quello d’avena (il primo ha un doppio peso proteico rispetto al secondo). In più il prodotto derivato dall’avena non contiene naturalmente Vitamina A e D, che invece abbondano in quello di vacca.
Riguardo al colesterolo, bisogna anche tener presente che molti prodotti a base di latte d’avena prodotti a livello industriale e commerciali come soluzioni al 100% naturali e salutari contengono oli insaturi aggiunti. Spesso olio di girasole. Ed ecco come il colesterolo e i grassi insaturi ricompaiono tra i valori del prodotto.
Questi oli sono necessari per migliorare la consistenza e il sapore della bevanda, ed è dunque trovare dei prodotti a base di avena che non li contengono. Ce ne sono in commercio, ma costano di più e non hanno un sapore particolarmente gradevole.