Pericoloso per la questura, non per la difesa

Il Tribunale di Roma, Sezione Misure di Prevenzione, Collegio Presieduto dal Dott. Muntoni, ha sciolto la riserva assunta nel corso dell’udienza camerale di ieri ed ha respinto la richiesta di applicazione della misura di prevenzione, con obbligo di soggiorno nel Comune di SS Cosma e Damiano per la durata di anni 5, nei confronti del quarantenne Sig. Antonio Grossi, accogliendo le tesi difensive sostenute dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, sulla totale assenza di attualità della richiesta e sulla conseguente inapplicabilita della misura di prevenzione, per legge riservata ai soggetti ritenuti socialmente pericolosi.
Di ben altro avviso era la Questura di Latina che aveva proposto il Grossi per la misura di massimo rigore, ovvero 5 anni e soggiorno obbligato nel piccolo Comune di SS Cosma e Damiano, basandosi sul tenore di vita del Grossi incompatibile con un cittadino con reddito dichiarato pari a zero e sui numerosi precedenti del proposto per possesso di armi clandestine, rissa, lesioni, rapina, resistenza, estorsione e incendio doloso, che lo avevano portato a vedersi applicata una misura cautelare restrittiva dalla Procura di Cassino nel 2015.
Tuttavia, l’avvocato Cardillo Cupo ha evidenziato al Tribunale come la misura richiesta fosse riservata a quelle categorie di individui che rivestono nell’immediato e nell’attualità un pericolo per la collettività, mentre ultima contestazione mossa al Grossi era oramai risalente ad oltre un quadriennio, con impossibilità alla sua odierna attuazione non potendo il dettato normativo subire forzature su un tema tanto rilevante quanto determinante per le misure di prevenzione, ovvero quello della attualità della pericolosità.
In buona sostanza la richiesta doveva semmai essere avanzata prima, ora è troppo tardi e quindi inapplicabile.
Oggi la decisione del Tribunale Capitolino che in adesione alla tesi difensive rigettava in toto la richiesta della Questura per carenza di attualitá.

Gestione cookie