Cinquantadue minuti in bianco e nero, filmati presso lo studio Europa-Sonor a Parigi nel dicembre del 1971.
I Pink Floyd mangiano e bevono birra che un roadie ha acquistato in una vicina brasserie. Ridono, scherzano, fumano e rispondono elusivi alle domande poste dal regista Adrian Maben, alternando momenti di lavoro (David Gilmour e Rick Wright sono impegnati a sovraincidere le loro voci sul master di “Echoes” registrato a Pompei due mesi prima) ad altri di puro cazzeggio (Roger Waters strabuzza gli occhi mentre soffia anelli di fumo dalla bocca e dalle narici). E’ il succo di “Chit Chat with the Oysters“, l’informale documento storico che lo stesso Maben, autore di “Pink Floyd – Live at Pompei“, ha presentato in anteprima europea accanto a una versione parzialmente restaurata del suo storico film durante una due giorni floydiana organizzata dal gruppo dei collezionisti italiani Lunatics, autori per Giunti del libro “Pink Floyd – Storie e segreti“.
“Per me -, spiega, – quei due film viaggiano in coppia e sono complementari. ‘Chit Chat‘, in un certo senso, è l’esatto contrario di ‘Pompeii’, ma mi piacerebbe che venissero proiettati insieme, uno di seguito all’altro. Il documentario ha un che di improvvisato che al film mancava totalmente. I Floyd parlano a ruota libera, discutono tra loro, prendono in giro se stessi e gli altri. Per quanto ne so non esistono in giro altri filmati che li mostrano così rilassati, spontanei e divertenti“.
A cura di Luigi Marcelli