La questione dl Pontile Petroli Eni è da anni al centro di una battaglia politica e di una preoccupazione diffusa che appartiene alla città di Formia e ai residenti di tutto il Golfo.
E’ del tutto inimmaginabile che un tema come quello della difesa del mare e della salute dei cittadini possa essere inficiato da considerazioni campanilistiche – che pure sopravvivono purtroppo – tra le due città costiere.
Parlavamo, ancor giovani, di “città del golfo “ipotizzando una realtà comprensoriale in grado di interagire, di abbattere campanili e di mettere al servizio di tutti le risorse e le potenzialità, la bellezza di un territorio e trasformarli in una comunità. Ragionare in senso inverso apparrebbe regressivo.
Ma il tema non interessa e continuiamo a rimanere prigionieri di divisioni che – al di là della visione politica certamente distante- non consentono un ragionamento che sappia trovare almeno nella volontà di difesa del proprio patrimonio naturale, un comune denominatore, una strategia condivisa .
Non è pensabile che la presenza del Pontile, il suo eventuale trasferimento in direzione sud (Formia) possano essere temi di esclusivo interesse della città che lo ospita.
Ci saremmo aspettati una volontà di confronto tra i Sindaci che sollecitiamo e un coinvolgimento maggiore delle cittadinanze interessate al quale contribuiremo politicamente a mettere in campo.
L’ipotesi di spostamento del Pontile Petroli verso Vindicio non è devastante solo per Vindicio: mette in crisi tutto il litorale e tutta l’economia che vi gravita, ancor peggio mette in serio pericolo un’area già molto fragile sul piano del suo ecosistema.
Una vicenda che non può essere sottaciuta e di cui abbiamo il dovere di occuparci: la presenza del Pontile Petroli a Gaeta, la prospettiva nefasta di una sua delocalizzazione in direzione Formia, è inaccettabile sotto il profilo delle conseguenze devastanti che essa comporterebbe.
Di chi sia la competenza in materia amministrativa appassiona davvero molto poco. Mette in allarme, invece, il fatto che si tenti di far passare l’operazione come inevitabile e soprattutto come una decisione alla quale la comunità formiana debba sottrarsi.
Al di là delle inutili schermaglie di questi giorni e alle quali nessuno intende partecipare, noi intendiamo ribadire che la battaglia sulla tutela del mare ci appartiene e non intendiamo rinunciarvi.
Continuiamo a sostenere la necessità di una delocalizzazione off shore , lontana dai centri abitati e dalla costa , che non interferisca sui livelli occupazionali .
La mobilitazione continua e la politica dovrà trovare spazi di intervento, nella prospettiva di una inversione di tendenza in grado di riportare alla luce le disposizioni previste con l’istituzione dell’area sensibile del Golfo di Gaeta.
Comunicato stampa
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