Il Pontile Petroli di Eni costituisce una servitù ambientale incompatibile con la nostra visione di sviluppo economico e ambientale del Golfo.
Non va bene che passi sotto Calegna, a Gaeta, e non va bene nemmeno che si appoggi alla banchina del porto commerciale, a due metri dalla spiaggia di Vindicio.
L’unica opzione possibile è l’off-shore, in attesa di uno smantellamento della raffineria. Se costa, che paghi Eni, come ogni progetto di de-commissioning richiede.
Questa posizione è stata espressa dal Comune di Formia, a più riprese, dal 2003 ad oggi. Sono stati adottati ordini del giorno in Consiglio Comunale e sono state redatte lettere e diffide da parte del Sindaco Bartolomeo, su questo, e sull’argomento parallelo del milione di metri quadrati di mare occupato dagli impianti di mitilicoltura.
Oggi, queste prese di posizione non bastano. La concessione del pontile è infatti scaduta. Il pontile sarà, prima o poi, delocalizzato da Calegne e il rischio che finisca sotto Vindicio è molto concreto, perché è una soluzione comoda per Eni, lucrosa per l’autorità portuale e vantaggiosa per un Comune di Gaeta abituato a ignorare qualsiasi cosa succeda al suo vicino.
Se vogliamo intraprendere una vertenza dobbiamo praticare con intelligenza il conflitto.
Quindi:
– Redigere uno studio, ambientale ed economico, che dimostri l’insostenibilità del pontile presso Vindicio e la fattibilità dell’off-shore. Avere uno strumento vidimato da un’expertise scientifica di livello è una condizione necessaria per competere nei conflitti ambientali. Facemmo così contro i Dissalatori, e facemmo bene, perché fu quello che tolse all’Ato e ad Acqualatina la legittimità per procedere;
– Dare mandato all’avvocatura comunale di impugnare qualsiasi atto possa produrre effetti negativi per la salute dei cittadini e delle imprese di Formia;
– Costituire uno strumento allargato della mobilitazione cittadina (un tavolo tra Comune, associazione, comitati) e favorirne l’espressione attraverso iniziative, dibattiti e anche forme confrontative e di disobbedienza civile, ovviamente non violenta, se necessaria;
– Approvare in Consiglio Comunale la richiesta di adesione all’autorità portuale locale di Formia e valutare, in caso di diniego, di ricorrere per vie giudiziarie;
Sono idee, si possono migliorare. Spero che la maggioranza sia aperta al contributo delle altre forze politiche, specie di quelle che sulle politiche a favore del Golfo hanno sempre avuto una e una sola parola.
ps: è evidente che ogni punto può essere attuato, insieme, sia dal Comune di Formia, sia di Gaeta. Basta solo avere la volontà politica di farlo e opporsi alla strategia del Dividi et Impera.
Comunicato stampa Claudio Marciano
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