Mercoledì 26 novembre si è tenuto un Consiglio Comunale molto importante e alla presenza di un folto e attento pubblico.
E’ stato approvato l’assestamento di bilancio, atto dovuto anche perché il Comune ha ottenuto nuove entrate dallo Stato (il fondo di riequilibrio di circa 26.000 euro), dalla Regione (fondo per la valorizzazione turistica di circa 66.000 euro) e dalla Provincia (fondo per realizzare l’isola ecologica di oltre 245.000 euro).
E’ stato approvata la rinegoziazione dei mutui accesi con la Cassa Depositi e Prestiti, abbattendo il tasso di interesse e allungando di 29,5 anni le rate. Un grande risparmio per le casse comunali.
Il mutuo più importante è di circa un milione di euro, acceso quando il sindaco dell’epoca ebbe la bizzarra idea che il Comune potesse costruire la nuova centrale elettrica. Un milione è una minestrina. Per costruire una centrale, come risulta dal bando di gara approvato dalla Giunta la settimana scorsa, di milioni ce ne vogliono più di 12.
In ogni caso, questo mutuo sarà in piccola parte speso per completare l’iter espropriativo dei terreni al Monte Pagliaro. La restante somma sarà destinata a nuove opere pubbliche, oltre a quelle con i lavori già in corso o già programmati.
In sintesi, si conferma l’avvenuto risanamento del bilancio del Comune che era stato sconquassato da debiti e da mala gestio. Fra l’altro, questa estate, sono state recuperate ingenti somme di tasse arretrate.
Si conferma così che l’Amministrazione ha una chiara visione economica-sociale che ispira la sua gestione della cosa pubblica.
Si conferma anche che nel 2015 l’Amministrazione ridurrà sensibilmente la tassa sui rifiuti, perché da metà settembre 2014 e con la nuova gara d’appalto per i prossimi sette anni, i costi a carico del Comune si sono sensibilmente ridotti.
Questa si chiama buona amministrazione della cosa pubblica e nell’interesse dei cittadini tutti.
Il Sindaco ha spiegato che questo è un Consiglio di svolta. La Giunta è a metà strada del suo mandato e dopo una prima fase dedicata soprattutto al ripristino della legalità e delle regole, si apre adesso la seconda fase, quella della costruzione.
Le principali attività mostruosamente illegali sono state chiuse, dallo Sporting al Cantiere, dal B&B dell’ex sindaco ad altre al Frontone.
Per tre pontili che hanno reiterato abusi e illegalità dal 2009 e anche da prima, sono in corso le azioni per giungere alla decadenza della concessione.
Nuovi abusi edilizi si sono contati sulle dita di una mano, mentre un buon numero di persone ha abbattuto a sue spese gli abusi realizzati nel tempo. Cosa molto lodevole. Altre demolizioni saranno fatte con le ruspe del Comune e soldi a carico dell’abusivo.
Il Comune ha approvato una serie di regolamenti e dettato le regole in settori di fondamentale importanza per il buon vivere civile, dal decoro urbano all’occupazione del suolo pubblico, dagli sportelli elettronici per l’edilizia e il commercio, all’anticorruzione. Altri regolamenti (piano acustico, piano antenne, monetizzazione degli oneri urbanistici) sono in corso di approvazione.
Il nuovo PUA, che tiene conto delle osservazioni presentate da associazioni e da singoli operatori nel 2012/13, sarà approvato entro gennaio 2015.
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LO SBLOCCA PORTI
Ovviamente il punto all’odg più atteso era quello che riguardava il porto di Ponza. Anzi: i porti a Ponza e a Le Forna. Cioè la svolta per l’economia turistica e non solo.
Dopo anni di chiacchiere, con idee, progetti e soldi buttati nel water dalle precedenti amministrazioni, l’attuale è riuscita a sbloccare la questione. Un po’ come già realizzato per la nuova Centrale Elettrica al Monte Pagliaro, che finalmente libera l’area di Giancos e quella di Le Forna, con un grande sollievo per i cittadini.
Il Sindaco ha spiegato una cosa molto semplice e molto chiara: finora i porti a Ponza non sono stati realizzati perché si è preferito privilegiare quelli del “malloppo estivo”.
Sono quelli che hanno invaso le spiagge di Sant’Antonio, Giancos e Santa Maria con pontili e quant’altro. Sono quelli che non volevano il porto a Cala dell’Acqua perché avrebbe dirottato a Le Forna una bella fetta del turismo.
Si è preferito nel passato tutelare gli interessi e gli ingenti guadagni di pochi privati, a discapito degli interessi degli altri operatori turistici e della laboriosa gente di Ponza.
Sono state scelte vergognose, che questa Amministrazione vuole cancellare.
IL PORTO TURISTICO
A CALA DELL’ACQUA
Nel 2009 tre Società hanno manifestato il loro interesse a realizzare un porto turistico a Cala dell’Acqua, sulla base della legge Burlando. Il sindaco di allora ha acquisito i progetti e le planimetrie delle tre società, ha indetto la Conferenza dei Servizi e qualche giorno dopo l’ha revocata.
Da allora non è stato fatto più nulla fino all’insediamento dell’attuale Amministrazione.
Per prima cosa, se si vuole costruire un porto, c’è però bisogno che la Regione Lazio dia il suo benestare sull’area. Cala dell’Acqua non era nella mappa della Regione.
Il Sindaco si è attivato e l’area di Cala dell’Acqua è stata inserita nel Piano Porti della Regione nel settembre 2014. Quindi solo da adesso si può cominciare a ragionare seriamente e concretamente.
Il Sindaco si è poi rivolto alle tre Società chiedendo loro ufficialmente, via Pec e raccomandata a/r, se fossero ancora intenzionate a realizzare il porto turistico.
Due società hanno risposto di sì, lo vogliono fare, il progetto c’è e i soldi pure, in cassaforte. Della terza società non si hanno ancora notizie certe.
Il Sindaco ha già predisposto il testo della convocazione della Conferenza dei Servizi che si terrà nella sede della Regione Lazio a fine febbraio / inizi marzo perché, secondo la legge Burlando, devono trascorrere 90 giorni dalla convocazione. Nello stesso tempo tutti gli Enti avranno ricevuto il CD delle società con il progetto e le varie relazioni tecniche.
Inutile sottolineare che il porto turistico a Cala dell’Acqua è una svolta epocale per Le Forna.
Ma se fino a ieri era un sogno, adesso comincia a diventare realtà.
IL PORTO A PONZA
Qui la storia è più lunga e comincia con il progetto di un Piano Regolatore Portuale approvato nel 2003 dalla Capitaneria di Gaeta “d’intesa con l’amministrazione civica”.
Per farla breve, di variante in variante, di rinvii in rinvii, per due volte si era vicini al traguardo e per due volte è stata messa la marcia indietro.
L’ultima nel 2009, quando il Consiglio Comunale ha creato la Commissione Zecca (Elio) con l’astuta guida di Sergio D’Arco. Leggere i verbali delle riunioni è istruttivo, perché molti degli intervenuti adesso fanno finta di non sapere nulla e di cascare dalle nuvole.
La Commissione ha bocciato le scogliere antilevante. Un bel capolavoro!
Per favorire quelli del “malloppo estivo”, sono stato buttati a mare i milioni che lo Stato aveva stanziato ed è stata inferta una pugnalata alla schiena della gente di Ponza.
Ho detto di milioni dello Stato, perché essendo quello di Ponza un “porto rifugio di prima classe”, solo lo Stato può intervenire, proporre, fare o disfare. Un privato non può neanche piantare uno spillo nell’area.
L’Amministrazione attuale, con fatica, ha rimesso in ordine le carte.
Quindi, il progetto del Piano Regolatore Portuale è sempre quello proposto e approvato nel 2003, perché sarebbe suicida farne uno nuovo e ricominciare da capo tutta l’asfissiante processione burocratica.
Quindi il Sindaco, che nel frattempo ha fatto il “giro delle sette chiese” e ha ottenuto finanziamenti per gli studi e le procedure da fare, è stato incaricato dal Consiglio a riprendere l’iter interrotto nel 2009, a partire dalla Vas-Via integrata chiesta nel 2012 dal Ministero dell’Ambiente.
Viene così rimessa in moto la macchina (o la barca), certamente tenendo conto che dal progetto del 2003 sono passati 11 anni, che nel frattempo la nuova banchina di attracco dei mezzi navali prevista a Giancos non ha più un senso (ora c’è una piazza!), che nel periodo estivo il traffico dei mezzi navali di linea è aumentato, ed altro.
Inutile sottolineare che la realizzazione delle scogliere antilevante rende sicuro l’attracco dei mezzi navali e delle imbarcazioni dei turisti, ed altresì rende possibile una decongestione dell’intero bacino del porto.
Si tratta quindi di una svolta epocale per l’economia dell’isola.
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TUTTO DIGITALE
Il Consiglio Comunale ha anche apprezzato due iniziative fortemente innovative, che sono state illustrate con l’ausilio di un supporto informatico e di un videoproiettore (cosa mai vista prima a Ponza).
Il Piano Regolatore Generale di Ponza è stato digitalizzato con un programma che consente la sovrapposizione con il catasto e l’immediata visione delle Norme Tecniche area per area. Per i professionisti e per i cittadini si tratta di una grande semplificazione del lavoro e di una grande trasparenza.
La seconda iniziativa è quella della realizzazione digitale del Piano Rurale e della caratterizzazione dei vigneti ponzesi, che possono accedere al marchio Doc per il Biancolello. Un grande lavoro di mappatura particella per particella, dal quale risulta che il 47 % del territorio è tuttora, o è stato, coltivato a vigneto.
Una grande opportunità per sviluppare anche una economia “terriera”, perché non è vero che i soldi possono arrivare solo dal mare.
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E’ stato approvato il conferimento della cittadinanza onoraria allo scrittore e regista Folco Quilici che ha fatto conoscere Ponza al mondo emerso e sommerso.
E’ stata approvata la delibera di accettazione del passaggio dalla Provincia al Comune dei circa 70 metri della strada che parte da Giulio il pescatore e termina con l’incrocio per la Dragonara. Così tutto corso Pisacane diventa comunale e tutto il corso sarà vietato a tutti i veicoli.
E’ stata infine approvata una richiesta alla Regione di variante del PRG per poter regolamentare la realizzazione di depositi agricoli consoni e di “sbaraccare le baracche” oggi esistenti, che sono un pugno nell’occhio delle bellezze di Ponza.