Altra misteriosa scoperta di una nuova Cisterna presumibilmente di epoca Romana di proprietà del Demanio dello Stato in via Comandante.
Infatti ieri con ulteriore ordinanza a tutela della incolumità e della salute pubblica, il Comune di Ponza ha emesso una nuova ordinanza affidando ad una ditta edile dell’isola, la sia la pulizia che la sistemazione interna della cisterna, in quanto versa in pessimo stato di abbandono e degrado a causa delle infiltrazioni piovane ed accumuli di materiali vari ammassati illecitamente nel tempo da sciacalli.
Di fatti la cisterna è posizionata in pieno centro storico e di cui rappresenta per le proprietà ed attività vicine un notevole disagio; a causa dei cattivi odori per la presenza di animali morti di ogni genere, essa infatti una volta sistemata e pulita potrebbe rappresentare una opportunità, come già accaduto per la Cisterna della Dragonara, per proporre un nuovo percorso storico-archeologico volto a far conoscere i reperti e la loro funzione storica ai turisti ma anche a tutti i Ponzesi che fino a ieri erano estranei a tali opere .
Crescono i numeri del turismo, ma mutano anche le scelte e le modalità di fare vacanza.
Da 20 anni a questa parte, infatti, la domanda di turismo culturale si è profondamente modificata: oggi i turisti hanno una maggiore capacità di spesa, sono più interessati alla cultura del proprio territorio e degli altri luoghi, hanno bisogni molto differenziati e sono meno invasivi per la comunità locale. Nel 2009, quasi il 35% degli arrivi totali di turisti in viaggio in Italia sceglieva le città d’arte come meta per le proprie vacanze, la percentuale si riduceva leggermente se si considerano le presenze. Rispetto a cinque anni fa, la domanda culturale è cresciuta notevolmente in termini di arrivi ma si è ridotta in termini di presenze. In quest’ultimo caso, al fortunato biennio 2005-2006, quando le nostre città d’arte potevano contare su oltre 93 milioni di presenze, è seguito un 2007 di crisi (con una perdita di ben 7 milioni di presenze) e un 2008-2009 in ripresa. In termini di arrivi, invece, dopo il picco toccato nel biennio 2005-2006, quando le città d’arte conquistavano 3 milioni di arrivi in più, la situazione è rimasta più o meno stazionaria. Il diverso andamento di arrivi e presenze dimostra il cambiamento dei gusti e delle tendenze del turista culturale.
La cultura e più in generale l’ambito dei beni e servizi culturali, per la rilevanza e il conseguente effetto moltiplicatore sull’economia, sono da considerarsi un settore produttivo a tutti gli effetti. Nell’ultimo decennio la quota spesa delle famiglie italiane per il settore “ricreazione e cultura” non ha mai manifestato flessioni, rappresentando, nel 2010, circa l’8% della spesa totale. La valenza economica del settore culturale nel nostro paese è dimostrata dal peso che l’industria della cultura e della creatività in generale esprime in termini di Pil: il 2,6% della ricchezza nazionale, con un contributo stimato, in valore assoluto, di circa 40 miliardi di euro. Il fatturato generato dal settore è pari a 103 miliardi di euro e sono 550 mila gli occupati del comparto culturale.