Da qualche tempo si sono costituiti numerosi comitati civici pontini per contrastare l’ennesimo attacco alla Sanità Pubblica, questa volta da parte della Regione Lazio.
Dopo aver declassato i PS (Pronto Soccorso) esistenti in PPI (punti di primo intervento) oggi si vogliono definitivamente chiudere anche questi ultimi baluardi dell’assistenza medica urgente, che nella provincia pontina sono quelli di Sezze, Cisterna, Sabaudia, Minturno, Priverno, Gaeta e Cori.
Un bacino di utenza di
circa 80 mila unità senza un punto di primo soccorso. Questo significa che il servizio oggi dislocato sul territorio e nei comuni sopra citati, verrebbe svolto negli unici punti di pronto soccorso di Latina, Formia e Terracina.
Questi ultimi si ritroverebbero a gestire quasi 80mila utenti in più dei 550mila già in carico. Se pensiamo alle croniche carenze logistiche e del personale sanitario di cui soffrono tutti gli ospedali del territorio nazionale e i relativi pronto soccorso e per questo costretti a
operare in costante emergenza, un carico maggiore di utenza da gestire e assistere li porterebbe inesorabilmente al collasso con l’inevitabile condanna a morte di quanti si troverebbero ad avere urgente bisogno di essere assistiti.
Questo anche in funzione della vastità del territorio che comporterebbe tempi di percorrenza biblici per il raggiungimento di quegli unici posti di pronto soccorso che restassero attivi.
Per questi motivi l’assemblea territoriale di Potere al Popolo Latina e Provincia è solidale con i cittadini e i comitati stessi e si pone al fianco di questi ultimi per le azioni future che intenderanno mettere in campo per la difesa della salute pubblica, così come stabilito dalla Costituzione Italiana.