Afferma Roberto Cecere segretario generale della Femca Cisl di Latina “La nuova rsu dovrà affrontare una situazione delicatissima, con uno stabilimento in cassa in cassa integrazione fino al 25 marzo 2015 e con una crisi del settore che non ha precedenti. A questo va aggiunto un elemento di novità costituito dalla proposta avanzata dalla società svizzera Geberit che ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto nei confronti della Sanitec, proprietaria del gruppo Pozzi Ginori”.
Questo momento così critico trova, all’interno della Pozzi, un clima avvelenato da diversi fattori tra i quali, quelli alimentati dal sindacato autonomo USB che, ricorrendo all’ autorità giudiziaria, per presunte violazioni nella partecipazione alle elezioni, ha determinato una pericolosa fase di confusione, facendo intervenire anche le forze dell’ordine all’interno del sito. Il risultato finale è che, comunque, non potranno partecipare alle elezioni Rsu perché non firmatari degli accordi che regolano i rinnovi delle rappresentanze sindacali unitarie. La USB, rivoluzionaria a parole, ma contraddittoria nei fatti considerando la transazione ottenuta da un suo rappresentante che, al momento giusto, ha alzato la posta sulla pelle dei lavoratori lasciando poi la Pozzi e i colleghi.
Destabilizzante è stata anche la Cisal, capeggiata dall’ex-segretario dell’ Ugl ricordato per le sue azioni negative in Nexans, determinanti per la chiusura di quello stabilimento, e per il trattamento ricevuto, assai diverso da quello dei suoi colleghi rispetto agli accordi sottoscritti, quando è uscito dall’azienda.
Anche all’esterno della Pozzi non si scherza, con amministratori locali che hanno foraggiato e foraggiano i sindacati autonomi con esternazioni riportate sulla stampa, dichiarazioni non sempre appropriate dimenticando, volutamente, che un’ azienda vive anche di immagine. La cosa più grave è che Personaggi di rilievo in azienda hanno sostenuto, a livello personale, questi pericolosi legami dentro e fuori lo stabilimento.
Diverse persone non hanno potuto usufruire dell’ultima occasione di ottenere quattro anni di mobilità, e degli incentivi messi sul piatto della bilancia, poiché la scelta scellerata dei sindacati autonomi, di voler anticipare il voto, ha dato una brusca accelerata a tutta la situazione bruciando la possibilità di poter siglare nuovi accordi in tal senso.
Continua Cecere: “Ci domandiamo cosa potrebbe pensare il nuovo acquirente Geberit di un clima avvelenato come quello che abbiamo di fronte, se tale politica dissennata dovesse continuare anche nel prossimo futuro? Per non parlare di tutto il contenzioso legale che stanno producendo i sindacati autonomi che, sicuramente, non aiuta ad avere una buona immagine dell’azienda nei confronti del nuovo acquirente. Noi crediamo che il sito nelle prossime settimane si debba spogliare di tutte queste polemiche, che nulla hanno a che fare con il lavoro, con la produttività, con la professionalità di tanti lavoratori che ogni giorno fanno il proprio dovere, senza chiacchiere e con estrema serietà.
Il ridimensionamento dei volumi produttivi ha portato al fermo di tre forni dello stabilimento, generando la dismissione di alcune aree; sappiano che ci sono visite di potenziali acquirenti, pronti a rilevare queste porzioni di fabbrica. Noi diciamo GIU’ LE MANI dal sito Pozzi Ginori se non si concorda prima quello che deve avvenire, sicuramente il nuovo acquirente si dovrà fare carico degli esuberi che attualmente sono nello stabilimento. Ma bisogna anche verificare se la cessione di queste aree comporti un ridimensionamento irreversibile tale da non poter più sperare nella produzione di volumi importanti, come avveniva in passato. Basti ricordare il milione di pezzi lavorati, per far tornare la Pozzi Ginori ai fasti dell’inizio della sua storia lavorativa, a quel faro industriale che è stato per anni nella nostra Provincia e nel comprensorio del Golfo.
Ai lavoratori va rivolto un appello ben chiaro e preciso, perché con il loro voto andranno a scegliere quei rappresentanti sindacali che, oggi più che mai, saranno gli artefici del loro futuro e di quello dello stabilimento. Oggi con il voto si decide da che parte stare, se da quella del lavoro e dello sviluppo o da quella della demagogia e della violenza verbale che, fino ad oggi, hanno prodotto solo danni e problemi”.
Ufficio stampa Femca Cisl Latina
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