“L’acqua è un bene di tutti e non può essere utilizzato per gli interessi di singoli: ogni cittadino deve potervi accedere allo stesso modo, alle stesse cifre, godendo degli stessi servizi“.
Ed è proprio partendo da questa affermazione, tanto più vera ricordando l’esito dei referendum del 2011, che il Movimento 5 Stelle del Lazio, prima firmataria la consigliera regionale Gaia Pernarella, insieme ai colleghi Valerio Novelli, Davide Barillari, Francesca De Vito e Devid Porrello, con un’interrogazione a risposta scritta, interviene a gamba tesa sulla sempre più complicata situazione verificatasi a Itri dove, utilizzando reti di derivazione abusiva, i proprietari di cinque pozzi autorizzati a esclusivo uso irriguo, da anni approvvigionano di acqua circa mille utenze. “Che indirizzo intende prendere ha la Regione Lazio e la giunta Zingaretti?”, si chiede la consigliera terracinese.
Nota ormai la vicenda “scoppiata” il 9 marzo quando la Provincia di Latina, dopo accertamenti dei Carabinieri Forestale “Lazio” Stazione di Itri, invia al Comune aurunco e ai concessionari dei pozzi la diffida all’utilizzo di acqua pubblica sotterranea per usi non conformi a quanto autorizzato ovvero la fornitura idrica a quasi quattromila abitanti: il tutto senza i controllo stabiliti dalla legge per la certificazione a uso potabile e, addirittura, con una tariffa che sarebbe da anni illegittimamente corrisposta ai proprietari dei pozzi.
Superati ormai ampiamente i tempi massimi entro i quali una pubblica amministrazione deve adempiere a una diffida, ecco dunque arrivare l’interrogazione al presidente della Giunta Regionale Nicola Zingaretti, all’assessore ai Lavori Pubblici e Tutela del Territorio, Mobilità, Mauro Alessandri, e all’assessore all’Agricoltura, Ambiente e Risorse Naturali, Enrica Onorati.
Nel dettaglio, oltre a voler conoscere se gli enti interrogati erano consapevoli della vicenda, si chiede “se si ha intenzione di emettere controlli contabili per il pagamento dei relativi canoni di concessione; se si ha intenzione di verificare la quantità di risorsa idrica immessa abusivamente nella rete di acquedotti; per quale motivo nella ricognizione delle infrastrutture del piano d’ambito la rete di acquedotti non è stata rilevata; perché la suddetta rete infrastrutturale non è stata rilevata durante la stesura del piano regolatore degli acquedotti del 2004 visto che da notizie sembra esistere da molto tempo prima; in quale maniera la Regione potrà dare soddisfacimento alla proposta avanzata dal Sindaco di Itri e nel rispetto di quale normativa vigente sia prevista una risoluzione della problematica che contempli l’istituzione di un consorzio tra gli utenti oggetto della fornitura idrica abusiva”.
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