Preside itrano, Riccardo Agresti, picchiato da xenofobi nella sua scuola di Ladispoli

  
ITRI – “Il calcio che ho ricevuto, insieme alle spintonate, agli oggetti lanciati, alle minacce e alle parole irripetibili non mi hanno fatto alcun male” afferma in una nota il dirigente scolastico della Ladispoli 1 e “Corrado Melone” Riccardo Agresti apprezzato docente e, oggi, illuminato dirigente scolastico proveniente da Itri dove la notizia è subito rimbalzata e da dove è partita la solidarietà più piena al dirigente scolastico. “Che io stia bene- afferma il dirigente- (il calcio l’ho ricevuto mentre mi mettevo a protezione delle docenti) lo ha confermato anche il pronto soccorso. Chi ha rischiato molto è stata la docente che si è vista togliere il computer dalle mani e vederselo volare a pochissimi centimetri dal volto”. I fatti di una gravità assurda sono avvenuti durante una riunione a scuola. A compiere il gesto inconsulto sarebbe stato il papà di una studentessa. A margine del brutto episodio il dirigente ricorda cosa sia avvenuto. “Da 4 anni il corso di lingua cultura e civiltà romena si svolge tranquillamente alla “Melone” nonostante i discorsi xenofobi iniziati in casa e ascoltati e recepiti dai ragazzi. Ecco così che in una seconda media due ragazzine cominciano a bisticciare e arrivano parole che ragazze sane non direbbero mai: “romena di…, tua madre è una…, come tutte le romene, tu sei venuta qui a rubarmi il lavoro (hanno entrambe 11 anni!)”. Litigio ed epiteti non sfuggono alle docenti le quali cercano di far pacificare le ragazze, spiegare che se il litigio è inaccettabile, ma comprensibile, grave è insultare gratuitamente un intero popolo. Ma una delle ragazzine non demorde e, con suo padre, attenderà l’altra sotto casa per picchiare lei a sua madre. Le docenti chiedono allora una riunione straordinaria del consiglio della classe. La riunione si apre con la descrizione dei fatti da parte della coordinatrice. La professoressa, però, non fa in tempo a iniziare a citare la Costituzione, che il papà della ragazza la interrompe, avanza minaccioso verso le due professoresse e, insieme a sua moglie, le minaccia di andare a casa loro a picchiarle, getta in aria tutto ciò che trova sul tavolo, a cominciare dal portatile che ha sfiorato di pochissimi centimetri il volto di una docente. All’ingresso della spaventata ragazzina, che avendo ascoltato il rumore degli oggetti lanciati in aria e le urla era entrata per timore che la madre sia stata picchiata, le attenzioni dei picchiatori si rivolgono su di lei che rischia di prenderle. Solo il “muro” creato dai vari professori, dal dirigente e dal rappresentante di classe ha impedito che le docenti o la ragazzina fossero colpite. L’arrivo dei CC ha dato sollievo alle varie signore presenti impaurite”.

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