Nel corso dello scorso anno le imprese della provincia di Latina hanno previsto di effettuare 34.300 assunzioni, pari al 9% dell’insieme dei nuovi posti di lavoro a livello regionale, mentre gli ingressi su scala nazionale superano i 4milioni e 92mila unità.
Questi i dati annuali della nuova indagine Excelsior sulle previsioni di assunzione che, a partire dal maggio 2017, viene svolta mensilmente dalle Camere di Commercio e da Infocamere tramite l’invio di questionari online e interviste telefoniche. L’indagine è coordinata a livello nazionale da Unioncamere, in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. I dati riferiti all’intero 2017 sono ottenuti dall’aggregazione di tutte le rilevazioni svolte nel corso dell’anno; trattasi di esiti più robusti, in quanto ottenuti dall’elaborazione di un numero di interviste considerevolmente superiore. Peraltro, tale operazione smorza l’effetto della stagionalità che risulta molto evidente su alcune mensilità dell’indagine.
Inoltre, l’analisi condotta da Osserfare a livello provinciale intende cogliere i principali elementi discriminatori rispetto al mercato del lavoro così come emerso su scala nazionale e regionale, in modo da offrire ulteriori spunti di valutazione delle opportunità di impiego presso le imprese.
In termini di occupazione dipendente, si prevede l’ingresso per oltre 29.500 unità con riferimento a tutte le tipologie contrattuali ad esclusione dei contratti di somministrazione; si tratta di una quota pari all’86,3%, sintesi di dinamiche pressoché simili nell’industria e nei servizi, a livello aggregato, tuttavia la lettura per ramo di attività mostra la maggiore propensione alla sigla di contratti in somministrazione nell’Industria manifatturiera, soprattutto di maggiori dimensioni. Ulteriore elemento distintivo è il più frequente ricorso a collaboratori occasionali e a partita iva nei servizi alla persona e nelle costruzioni.
L’analisi in termini di confronto territoriale, per quanto attiene la provincia di Latina mostra la più frequente destinazione dei contratti al tempo determinato: 57,8% la quota, dieci punti percentuali oltre i valori laziali (46,9%), per una significativa distanza rispetto al valore nazionale (49,8%).
Per quanto riguarda le figure professionali, si attesta al 10,3% la quota delle nuove entrate che in provincia sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici (cosiddette figure “high skill”), con una distanza piuttosto significativa rispetto ai valori regionali (22,8%) e nazionali (17,5%). In tale aggregato trovano maggiore appeal le “Professioni tecniche”, che a Latina rappresentano l’8% delle figure “high skill” (il 15% nel Lazo e il 12% in Italia).
Da segnalare, inoltre, nel nostro territorio la più frequente domanda di “Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi”: 35,4% la quota, 10 punti percentuali oltre il dato regionale, con altrettanto significativo differenziale rispetto alla media nazionale.
Per quanto attiene la destinazione in azienda, le figure high skill sono più richieste nel segmento “Marketing, commerciale, comunicazione e pubbliche relazioni”, con una quota intorno e in taluni casi superiore all’87% nei diversi territori; ancor più significativo il settore tecnico della “Progettazione, ricerca e sviluppo”, esclusiva destinazione di profili più elevati.
Diversamente, le figure medium skill, in provincia di Latina trovano la destinazione più frequente nell’area commerciale e della vendita ed in misura più rilevante rispetto ai valori regionali e nazionali (76,2% la quota pontina, a fronte del 67% circa nel Lazio ed in Italia); nel dettaglio, tali profili sono destinati ai segmenti vendite e assistenza clienti per oltre l’80%. Cresce il differenziale territoriale a vantaggio della nostra provincia in termini di maggiori preferenze accordate all’area “Amministrativa, finanziaria, legale e controllo di gestione”: 67% la quota di figure medium skill a Latina, a fronte del 50% circa in Italia e a livello regionale. Altrettanto, gli uffici di Direzione generale, personale e organizzazione risorse umane mostrano una maggiore frequenza di destinazione rispetto agli altri contesti territoriali.
Nel corso dell’intero anno 2017 si attesta al 6,8% la quota di assunzioni destinata a personale laureato, a fronte del 16,4% nella regione e del 11,4% a livello nazionale.
Nelle province del Lazio la più uniforme richiesta di diplomati si attesta in modo pressoché omogeneo geograficamente intorno al 60%; al riguardo, a Latina si realizza una sorta di equiripartizione delle richieste tra i due segmenti dei diplomati della scuola media superiore e degli istituti professionali, mentre un 1/3 della domanda di personale proviene da persone con la sola scuola dell’obbligo.
L’esperienza pregressa nel settore è richiesta in misura significativa dalle imprese intervistate per tutti i titoli di studio, mentre il background maturato nella medesima professione risulta quasi equivalente solo nel caso del livello di studio universitario, dove assume la rilevanza maggiore.
La sintesi in termini di confronto territoriale è che intorno ad 1/5 delle figure richieste dalle aziende risulta di difficile reperimento in tutti i contesti e circa l’8% delle criticità è attribuibile al ridotto numero di candidati, con punte più elevate per i titoli di studio universitari (intorno al 17%). Il differenziale più significativo a discapito della nostra provincia che emerge dall’attuale indagine è riferito alla inadeguata competenza e qualificazione che per gli universitari svetta al 18,2%, a fronte del 10,3% complessivo, risultando altrettanto superiore ai valori regionali e nazionali (rispettivamente al 9,9% e al 12,4%).
La preferenza accordata alle generazioni under30 nella nostra provincia si attesta al 30%, pressoché in linea con i valori regionali e nazionali.
La disaggregazione nei diversi segmenti dell’Industria e dei Servizi mostra una elevata variabilità, con un appeal per i più giovani espresso in misura superiore alla media per il turismo (trattasi di tutte le attività connesse alla ricettività); seguono le attività commerciali ed i Servizi alla persona.
Focalizzando l’analisi in relazione alla domanda da parte delle imprese di competenze “trasversali”, distinte da quelle specifiche di tipo tecnico in quanto afferiscono maggiormente al “profilo a 360°” del candidato, queste sono ritenute dalle aziende molto importanti per lo svolgimento dell’attività cui questi sarà destinato e, peraltro, tale valutazione è espressa in misura nettamente superiore a quanto dichiarato nelle rilevazioni riferite alle precedenti annualità.
Per quanto attiene alle abilità personali attese che siano espresse dal neoassunto nell’ambiente organizzativo, emerge la maggiore convergenza di opinioni in termini di flessibilità e adattamento, nonché di capacità di lavorare in gruppo, autonomia e problem solving seguono a brevissima distanza.