Apprendiamo da un articolo della stampa locale che il candidato a Sindaco Vincenzo Fedele denuncia la lottizzazione degli scrutatori per conto delle liste che fanno capo ai candidati a Sindaco: Aristide Galasso e Gerardo Stefanelli.
Le osservazioni di Fedele sono condivisibili, ma è necessario dire che il metodo adottato della “spartizione”, anche se in questo caso tollerata dalla norma, è a Minturno una consuetudine ed è stata applicata anche nelle passate elezioni.
Ovviamente la consuetudine non giustifica nulla, anzi è ancora più grave nell’attuale situazione che necessita urgentemente di forti segnali che indichino cambiamento di metodo per sancire definitivamente la distanza da procedure poco trasparenti e consuetudini poco etiche.
Trasparenza, legalità e cura dei beni comuni, soprattutto in periodi di crisi (conditi da episodi che denunciano chiaramente infiltrazioni di metodi mafiosi) sono necessari per riaffermare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni: è uno dei pochi fulcri rimasti su cui far leva per far rinascere il nostro territorio, sotto ogni punto di vista.
Sotto il profilo politico episodi come questo sono ancora una volta un segnale per i cittadini per trarre indicazioni utili al voto amministrativo, se desiderano rinnovare la gestione della cosa pubblica.
Chi si candida a Sindaco di Minturno o di qualsiasi altro comune, deve proporre soluzioni istituzionali assolutamente trasparenti, è necessario che l’assegnazione degli scrutatori sia rifatta applicando il metodo del sorteggio e tale metodo, a maggior ragione sia applicato alla formazione dei seggi elettorali per le prossime amministrative. Pensiamo che il Commissario, considerata anche la posizione che ha assunto il vicecommissario Dr. Gerardo Infantino, non avrà difficoltà ad attuare una tale procedura di garanzia.
Per quanto riguarda un’eventuale esposto all’Anticorruzione la nostra coalizione procederà sicuramente in tal senso se dovessero emergere ulteriori eventi che possano configurare condizionamenti elettorali anche “di prassi” (come ad esempio l’uso improprio di liste elettorali o pressioni sugli elettori e/o candidati da parte di coloro, candidati e non, che occupano posizioni di vantaggio nella gestione di servizi generali e/o territoriali, anche sovra-comunali).