“Pronto Soccorso: siamo ad un punto di non ritorno. La situazione nei reparti di emergenza di Latina e Formia è inverosimile. Alle 12.27 di oggi il Pronto Soccorso dell’ospedale Goretti ha fatto registrare 143 accessi, una cifra nettamente superiore anche a quelle raggiunte da Tor Vergata e Umberto I. Non da meno la struttura del Dono Svizzero, che con 71 accessi ha superato grandi ospedali romani come il San Camillo ed il San Giovanni”. Lo riferisce in una nota Giuseppe Simeone, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare.
Sono “numeri da record dovuti principalmente a vecchi problemi: sovraffollamento, accessi impropri, mancanza di posti letto per i ricoveri, carenza di personale medico e paramedico, costretto spesso a stringere i denti e lavorare in condizioni sempre più difficili – spiega il consigliere Simeone – Non vi è dubbio che sia necessario migliorare complessivamente l’efficienza dell’ospedale, garantendo il ricovero nel reparto più appropriato, garantire livelli essenziali di assistenza il piu’ vicino possibile al domicilio del paziente e ai familiari. Insomma passare da un modello sanitario centrato sull’ospedale a uno più orientato verso il territorio e i bisogni del cittadino”.
“Incombe – continua Simeone – un rischio ancora più grosso. Quello del collasso del sistema. Nel piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del servizio sanitario regionale 2019-2021 si è deciso di procedere con l’eliminazione dei Punti di primo intervento, trasformandoli in Punti di erogazione di assistenza primaria entro la fine dell’anno. Senza una rete assistenziale efficiente e capillare l’unico risultato che si raggiungerebbe con la loro chiusura sarebbe quello di ingolfare ancora di più i Pronto Soccorso”.
“Non possiamo non tenere conto del fatto che oggi i Ppi rappresentano dei presidi fondamentali, nell’erogazione di servizi di emergenza urgenza e nello svolgere il ruolo di catalizzatori di migliaia di utenze. Senza una valida alternativa – prosegue – chiudere i Ppi significa solo depotenziare ulteriormente la già fragile rete assistenziale territoriale”, prosegue Simeone.
“Una rete che va rimodulata, garantendo ai pazienti servizi efficaci ed efficienti, colmando le lacune accumulate in questi anni e potenziando le strutture territoriali che rappresentano, come nel caso dei Punti di primo intervento, la cerniera indispensabile tra l’ospedale e la gestione della emergenza. A Zingaretti – conclude Simeone – chiedo espressamente di rimettere mano al piano di riorganizzazione del servizio sanitario regionale, rilanciando e non tagliando dei piccoli quanto indispensabili presidi di primo soccorso”.
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