L’Agenzia delle Entrate ha spiegato in che modo il contribuente può bloccare un atto del fisco senza contenzioso
Si chiama autotutela tributaria ed è lo strumento che consente a ogni contribuente di bloccare sul nascere ogni atto sanzonatorio del fisco. Ma quando si può fare e come? L’autotutela è in pratica una richiesta di correzione indirizzata all’Agenzia delle Entrate che acquista senso in presenza di errori. Laddove un tempo era necessario avviare un contenzioso tributario, ora si può evitare il richiamo o la sanzione del fisco con maggiore abilità e flessibilità.
Lo chiarisce la stessa AdE con la circolare n° 21/E, pubblicata il 7 novembre 2024. La fattispecie è quella delle novità introdotte dalla riforma fiscale in materia di autotutela. Le nuove semplificazioni permettono dunque ai contribuenti di richiedere la correzione di errori da parte dell’Agenzia delle Entrate in due casi. Due sono infatti le categorie in cui si divide l’autotutela: obbligatoria e facoltativa.
L’autotutela obbligatoria riguarda errori manifesti, come quelli di calcolo o di persona. In tali casi, l’Agenzia è tenuta ad annullare o correggere l’atto. L’errore di persona avviene, per esempio, quando l’imposta è calcolata su un altro soggetto. Poi si prendono in considerazione errori sull’individuazione del tributo o materiali del contribuente (purché sia facilmente riconoscibile dall’amministrazione finanziaria). Infine, può riguardare l’errore sul presupposto d’imposta o la mancanza di documentazione successivamente sanata.
Come e quando bloccare un atto del fisco con l’autotutela
In tutti i casi elencati, l’Agenzia delle Entrate è tenuta ad annullare o correggere l’atto senza necessità di un’istanza da parte del contribuente. L’autotutela facoltativa si applica invece nei casi di illegittimità o infondatezza dell’atto o dell’imposizione. Cosa cambia? Che, in simili casi, l’AdE ha la discrezionalità di decidere se correggere l’atto senza un’istanza ingiuntiva formale.
La procedura per presentare l’istanza di autotutela implica l’invio all’ufficio che ha emesso l’atto di cui si chiede l’annullamento. Ci si può muovere tramite strumenti telematici (SPID, CIE, CNS), posta elettronica certificata, o consegnata a mano allo sportello. La richiesta deve rappresentare in modo esaustivo tutti gli elementi su cui si fonda la domanda di autotutela, con supporto di tutta la documentazione necessaria.
Bisogna infine sapere che, a partire dalla data in cui l’atto è diventato definitivo per mancata impugnazione, il contribuente ha un anno di tempo per presentare l’istanza di autotutela. E così è in pratica possibile bloccare subito un atto presentato dall’Agenzia delle Entrate.