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Quando i comitati, movimenti e cittadini diventano protagonisti

Ci conforta leggere che la Procura della Repubblica di Cassino, nell’ambito dell’indagine relativa alla gestione del porto commerciale di Gaeta, riconosca il ruolo delle associazioni, comitati, movimenti e cittadini nella svolta dell’inchiesta sui reati ambientali del porto di Gaeta. E’ la stessa Procura, infatti, a scrivere che “le complesse attività investigative sono state svolte anche a seguito di una serie di esposti/denunce di privati cittadini e di associazioni di settore che denunciavano diverse irregolarità nella gestione del pubblico demanio marittimo portuale di Gaeta”.

Quello che il Movimento 5 Stelle del sudpontino  ha sempre denunciato pubblicamente, ovvero che all’interno del porto di Gaeta si consumavano quotidianamente una serie di reati ambientali e non solo, oggi trova sbocco, finalmente, nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Cassino che ha iscritto 4 dirigenti del porto di Gaeta nel registro degli indagati. Corruzione e reati ambientali, che molto spesso sono strettamente collegati, sono due dei diversi capi d’imputazione che la Procura contesta ai dirigenti del porto di Gaeta, per un’inchiesta nata, appunto, dalla mobilitazione dei comitati, movimenti e cittadini della zona.

Oltre ai reati ambientali, da noi sempre contestati, la Procura ha rilevato anche reati come corruzione, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio e altri, tanto da disporre sequestri di conti correnti, interdittive e sospensioni.  La Procura di Cassino, inoltre, si è spinta ben oltre nelle indagini, ravvisando un “sistema” di illegalità: “La complessa ed ampia attività investigativa condotta per due anni dalla Guardia Costiera di Gaeta a tutela della legalità e sicurezza del territorio, eseguita attraverso, permetteva di accertare che le condotte illecite avessero assunto, nel tempo, il carattere della sistematicità”.

Il Movimento 5 Stelle ha da subito recepito le istanze dei comitati e associazioni locali, sia presentando un’interrogazione parlamentare a firma del deputato Alessandro Di Battista, rispetto alla quale il Governo vergognosamente  ancora non risponde, e sia realizzando un’ispezione con i parlamentari del M5S all’interno del porto, dopo che l’Autorità Portuale aveva rifiutato l’ingresso ai comitati e alla associazioni. E’ giusto precisare che il Movimento 5 Stelle è stato l’unico soggetto politico a recepire le istanze dei comitati locali, in piena solitudine, nell’indifferenza totale dei partiti del centrosinistra locale, che oggi più che mai sospettiamo essere stati complici del “sistema”.

Nei prossimi giorni gli attivisti di zona del Movimento 5 Stelle invieranno alla Procura di Cassino un voluminosissimo plico con tutta la documentazione di atti amministrativi che i parlamentari riuscirono a ottenere tramite la richiesta di accesso agli atti. Tutti documenti non accessibili con le procedure ordinarie, che la Procura potrebbe usare ai fini dell’indagine.  

Ora non resta che attendere gli sviluppi dell’inchiesta della Procura, per comprendere responsabilità, corresponsabilità e complicità che in questi anni si sono intrecciate nel “sistema” di gestione del porto. Vogliamo sapere fino in fondo qual è stato il ruolo della politica e delle istituzioni locali rispetto alle ingerenze nella gestione del porto. Vogliamo sapere quali sono state le pressioni politiche rispetto a raccomandazioni, favoritismi e clientele che già sono emerse in altre inchieste. Vogliamo conoscere le responsabilità dei sindacati dei lavoratori e degli organismi locali addetti al controllo. Vogliamo sapere qual è stata la “quota di partecipazione” delle attività criminali e camorriste che agiscono nel territorio.

Sia chiaro: il Movimento 5 Stelle non vuole, come alcuni sostengono, la chiusura del porto di Gaeta o, come dicono altri, la perdita di posti di lavoro. L’interesse della politica dovrebbe essere proprio quello di sostenere l’occupazione locale, aumentare i livelli di sicurezza per i lavoratori e i cittadini, evitare di movimentare merci pericolose e nocive e, soprattutto, ampliare il più possibile i livelli di trasparenza rispetto alle attività che si svolgono all’interno del porto.

Ora, però, è importante mantenere alto il livello di guardia da parte dei cittadini. L’indagine della Procura di Cassino non chiude “la partita” della gestione del porto di Gaeta. E’ necessario continuare a monitorare il territorio e segnalare le difformità rispetto alle leggi. Il Movimento 5 Stelle del sudpontino continuerà, come ha fatto finora, a recepire tutte le istanze che proverranno dai cittadini, movimenti e comitati, perché solamente attraverso una sinergia costante con i cittadini e il mondo dell’associazionismo, e una spinta partecipazione popolare, sarà possibile “riconquistare il territorio” a beneficio della legalità, della sicurezza e dell’ambiente.

 

il gruppo comunicazione del Movimento 5 Stelle del sudpontino

redazione

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