Quando il teatro incontra la filmografia: Stanley Kubrick va in scena

di Krizia Celano

A 20 anni dalla scomparsa di Stanley Kubrick, avvenuta il 7 marzo 1999, la cantina teatrale “La luccicanza” ripropone il prossimo 9 e 10 marzo presso il castello Medievale di Itri la pièce “Il dottor 16:9”, con il patrocinio del Comune di Itri e della REA (Radiotelevisioni Europee Associate).
Lo spettacolo, in programma alle ore 18.00 e alle 21.00 il 9 marzo ed alle 16.30 e 19.00 il 10 marzo, è andato in scena la prima volta nel 2014 per la regia di Diego Sasso. Ora, ampliato e rivisitato, si dilata nella cinematografia di Kubrick con lo sviluppo dell’iter divenendo un vero e proprio ‘piano sequenza teatrale’.

Quest’ultimo ha il compito di rievocare ed incastrare in scena personaggi, suggestioni, liriche visive e suoni tratti dalle colonne sonore che hanno fortemente inciso non solo nella cinematografia mondiale, ma anche nel mondo dell’arte del XX secolo.
Il ‘piano sequenza’, inoltre, corrisponderà allo spettatore un filo alternato delle opere di Kubrick facendo interagire personaggi e contesti di film diversi tra loro; gli sketch di film inscenati, poi, saranno presi dai più grandi capolavori di genere di Kubrick, come “Eyes wide shut”, “Full metal jacket”, “Arancia meccanica”, “Il dottor stranamore”, ed altri.
A far da contorno alla pièce, ci saranno colonne sonore coreografate e interpretate dal corpo di ballo della Scuola di Danza ‘Arti in Movimento’ di Formia e scenografie e costumi a cura di Sabrina Cibelli e Gianna Bianchi.
“Kubrick era un vero genio”- racconta il regista Diego Sasso – “tra un suo film e l’altro potevano trascorrere anche moltissimi anni; il tutto perché egli ambiva a dei veri e propri capolavori di genere. Il nostro intento è quello di presentare buona parte di quei capolavori, rendendo la scena dinamica e creativa”.
L’idea della cantina teatrale La Luccicanza, infatti, mira soprattutto a mantener vivo l’interesse degli spettatori, i quali fronteggeranno scene di massimo apice, di momenti salienti, nelle quali basta una frase, o un gesto, a saper trasmettere dei messaggi universali.
Un invito quindi a non mancare, ad addentrarsi in nuovi scenari, psicologici e sociali, ma soprattutto un invito a non dimenticare il genio che più di tutti ha saputo rappresentarli con realtà, chiaroveggenza, ed intrinseca moralità: Stanley Kubrick.

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