Mentre l’Italia è in alto mare, mentre la riforma delle concessioni demaniali divide gli schieramenti e mette a rischio 30.000 imprese balneari, l’economista olandese Frits Bolkestein, l’estensore della direttiva da cui nasce tutto, si stupisce che la categoria dei balneari possa essere stata inserita della norma.
L’occasione di chiedere un’interpretazione autentica direttamente al «papà» della direttiva lo offre l’evento L’EURO, L’EUROPA E LA BOLKESTEIN SPIEGATI DA FRITS BOLKESTEIN, che si terrà mercoledì 18 aprile alle ore 15 a Roma presso l’aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari in via di Campo Marzio 78 — Camera dei Deputati
Un evento a numero chiuso, che prevede già una folta rappresentanza di politici di tutti gli schieramenti, moderato da Vittorio Macioce, caporedattore de “Il Giornale”; nato dall’iniziativa dell’Associazione Donnedamare e della sua presidente Bettina Bolla, che aveva già incontrato il noto economista olandese in un convegno nel 2014. E fu allora che le disse” Non capisco perché le spiagge siano state inserite nella Direttiva Servizi”. Come è noto, infatti, pur avendo ricoperto l’alta carica di commissario al mercato interno dal ’99 al 2004, Bolkestein ha in seguito criticato la deriva fallimentare presa dall’unione monetaria europea. Anche la direttiva che da lui prende il nome è stata radicalmente modificata rispetto alla stesura originaria.
La disponibilità di Frits Bolkestein di venire a spiegare pubblicamente e in una sede istituzionale e prestigiosa, la propria autorevole posizione è un’occasione importantissima e unica. Un’occasione che potrebbe azzerare tante diatribe.
La cosa probabilmente più logica, quella che non hanno saputo fare per molti anni i governi italiani, incorrendo in procedure d’infrazione europee e puntando esclusivamente alla messa all’asta di 30.000 piccole aziende e di altrettante famiglie, è stata fatta dall’associazione Donnedamare, nel solo interesse della categoria, senza guardare a colori e interessi politici Solo per arrivare all’obiettivo unico e definitivo: uscire dalla Bolkestein ed evitare le aste.
Infatti, loro le Donnedamare – si definiscono in una nota – “un gruppo eterogeneo di donne provenienti da diverse zone d’Italia, assolutamente non accumunate da nessun orientamento politico o sindacale”.
La cosa che le accomuna invece è la determinazione a difendere la loro dignità di lavoratrici sul mare.
“Per quello amiamo – dicono – definirci Bagnine e per questo siamo abituate ad affrontare i marosi e a non indietreggiare davanti alle difficoltà”
“Invitando il padre della Direttiva in Italia – aggiungono – vogliamo ribadire nostra assoluta estraneità alla normativa Bolkestein, che vorrebbe privarci delle nostre aziende e cancellarci con un colpo di spugna: siamo parte di oltre 30 mila aziende, quasi tutte imprese familiari prive di qualsiasi tipo di ammortizzatore sociale, che danno lavoro a 150.000 persone, ed un indotto, compresi i nostri fornitori, pari a 1 milione di persone, oltre a coinvolgere un numero incalcolabile di ditte nel terziario e professionisti collegati alle nostre attività, incidendo per oltre il 10% sul Pil nazionale”.
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