Il Lazio e’ una delle Regioni più importanti sia in un’ottica nazionale che internazionale, basti pensare all’immensità di contenuti storici, artistici, archeologici, architettonici, religiosi e culturali che ivi sono presenti, di cui la sola città di Roma ne possiede il 30%. Nell’area meridionale della regione si trovano le Province di Frosinone e Latina, quest’ultima appartenuta fino al 1927 alla Terra di Lavoro. La parlata di questa zona è molto simile ai dialetti campani, con forti differenze rispetto ad altre aree come la stessa zona di Roma. Nello specifico, andando ad analizzare il Golfo di Gaeta notiamo come nel centro storico della città ove si rifugio Pio IX, si parla ancora oggi, sostanzialmente, il dialetto napoletano, poiché in esso risiedevano i funzionari amministrativi e militari del Regno di Napoli. La medesima dialettica e’ presente anche nelle limitrofe città di Formia, Sperlonga, Fondi ed Itri anche se con intercalari differenti, così come nell’Arcipelago Pontino, composto da sei piccole isole, tutte di origine vulcanica, di cui ne sono espressione le due più grandi, Ponza e Ventotene. Come tutte le regioni d’Italia anche il Lazio ha il suo stemma composto da un ottagono regolare con un bordo di color oro, il quale a sua volta contiene cinque quadrati che riproducono gli stemmi delle cinque province e quattro triangoli che simboleggiano un nastro tricolore che le tiene unite. Lo stemma a cui faccio riferimento e’ stato riprodotto nel francobollo da € 0,45 emesso il 29 aprile 2006 dalle Poste Italiane, il quale, a sua volta, era inquadrato nella serie sulle Regioni italiane di cui facevano parte anche la Toscana, il Piemonte e la Puglia. Proprio osservando il valore si può facilmente notare in basso a sinistra come la costa laziale sia molto regolare anche se non mancano delle “sporgenze”, come il Capo Linaro a sud di Civitavecchia, sino ad arrivare al promontorio di Gaeta che si trova in prossimità del confine con la Campania. Sulla parte destra invece si nota un particolare del Sarcofago degli Sposi, conservato presso il Museo Nazionale Etrusco di Valle Giulia di Roma, mentre sullo sfondo e’ raffigurata la necropoli etrusca di Cerveteri.
a cura di Alessandro Di Tucci