I molteplici problemi del comparto ittico del sudpontino, non solo per quanto riguarda la flottiglia peschereccia del Golfo, ma anche relativamente a quella interna, che opera sul lago di Fondi, hanno costituito il tema di un incontro sindacale svoltosi a Formia, presso il centro ittico “La balena” di Gianni Purificato. Alla riunione hanno partecipato il presidente nazionale dell’UNCI-Agroalimentare (Unione Nazionale Cooperative Italiane), Gennaro Scognamiglio, il responsabile di zona, Erminio Di Nora, il Segretario generale di Assoittica, Giuseppe Palma, il presidente della Cooperativa pescatori del lago di Fondi, Mario Di Ciollo, l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Monte San Biagio, Arcangelo Di Cola ed una folta rappresentanza delle marinerie di Minturno, Formia, Gaeta e Terracina.
Nel corso dell’incontro sono state esaminate problematiche sia di carattere locale (porticciolo di Minturno, darsena della Quercia a Formia, depurazione e regolamentazione del lago di Fondi), che nazionali, alla luce, soprattutto, dei sempre più frequenti interventi limitativi e penalizzanti della Comunità Europea, nei confronti del settore, ma anche, per sfruttare, di contro, le diverse possibilità di finanziamenti, a cominciare da quelli previsti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, nel Piano triennale della pesca. Da parte della categoria e delle associazioni che la rappresentano, deve pertanto, essere posta un’attenzione sempre maggiore, sia a livello legislativo, che economico ed imprenditoriale, in un’ottica di modernizzazione ed anche di lavorazione e trasformazione del prodotto ittico.
Oltre agli annosi problemi del fermo pesca, del ripopolamento, degli esorbitanti costi del carburante e delle diverse tipologie di vendita, ora ci sono da valutare anche le nuove direttive europee sul pesce azzurro, nonché il nuovo Testo Unico sulla pesca, approvato proprio di recente dalla Camera e che prevede, tra l’altro, l’iscrizione dei pescatori alla Camera di Commercio, assimilandoli alle altre imprese, come accaduto una ventina di anni or sono, per il mondo agricolo.
“Non si può ignorare, ha sottolineato Di Nora, che la pesca è tutt’oggi un’attività che vanta grandi tradizioni nel nostro territorio e che riveste un’importanza primaria nell’economia dell’intera regione Lazio. Non a caso, il solo compartimento marittimo di Gaeta (da Minturno a Foceverde), che con l’isola di Ponza ha scritto la storia della pesca nel Tirreno, registra circa 400 imbarcazioni, con oltre 1.200 addetti ed oggi, intere famiglie si ritrovano sulle spalle mutui pesanti, debiti da onorare, impegni da mantenere, a fronte di un futuro ricco soltanto di incognite e difficoltà”.
“Il settore della pesca, ha quindi aggiunto il presidente dell’Unci, Gennaro Scognamiglio, ha bisogno di ben altri interventi, rispetto a quelli attuali, volti ad incentivare gli investimenti, il rinnovo generazionale e la tutela previdenziale di lavoratori costretti a vivere, dopo oltre 40 anni di lavoro, con una pensione di circa 500 euro al mese”.
Dello stesso avviso il Segretario di Assoittica, dott. Palma, per il quale, “Oggi, occorre rimodulare la filiera ittica, valorizzando la ricchezza dei nostri mari e privilegiando soluzioni alternative alla semplice vendita del pescato, con la possibilità di fare impresa, attraverso attività innovative, come il pesca turismo, ma soprattutto, mirando alla lavorazione ed alla trasformazione diretta del prodotto, o obbligando le aziende esistenti ad assorbire il pescato locale, prima di importare quello dall’estero”.
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