Ritorna a Gaeta un’antica opera d’arte del ‘700, rubata dalla chiesa di San Biagio. “L’Antefissa in marmo bianco raffigurante volto”, questo il nome tecnico del prezioso oggetto, era stata prelevata furtivamente dall’altare dell’antica chiesa negli anni 90. Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Nucleo di Napoli, guidato dal Generale di Corpo d’Armata Tullio Del Sette, nei giorni scorsi, in esecuzione di un decreto di restituzione di cose sequestrate, ha consegnato l’opera marmorea alla Sovrintendenza dei Beni Ambientali e Architettonici del Lazio, che ha subito provveduto a restituirlo al proprietario secolare, ovvero il Comune di Gaeta.
In realtà due sono state le Antefisse rubate dalla Pala d’Altare, a distanza di dieci anni. Solo una, però, è stata oggi ritrovata, grazie alle meticolose indagini dei Carabinieri del Nucleo T.P.C. di Napoli, avviate, come ricorda il prof. Erasmo Vaudo, Presidente del Centro Storico Culturale Gaeta, subito dopo la denuncia da parte dell’allora Presidente del Comitato di Quartiere Gaeta S. Erasmo, Raffaele Freiles, subito dopo la scomparsa del secondo volto”.
La Chiesa di S. Biagio, (in precedenza di Sant’Antonio Abate), risale al periodo rinascimentale, è sopravvissuta alle esplosioni dell’Assedio del 1860-’61, venne danneggiata durante l’ultimo conflitto mondiale, a causa della vicinanza con l’area del molo militare Sant’Antonio. Alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, con la costruzione del Lungomare Caboto, l’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Pasquale Corbo, decise per la demolizione dell’edificio, lasciando in situ la Pala dell’altare con una serie di cornici marmoree notevolmente decorate, realizzata nel ‘700. L’opera d’arte non è l’unica superstite, esistono altre cornici marmoree e suppellettili, tra cui alcune pitture esposte nel Museo Diocesano e la statua della Madonna della Cintura in deposito presso il Santuario dell’Annunziata. Agenti atmosferici e mano dell’uomo, hanno prodotto vari danni alla Pala nel corso degli anni, sanati solo nel 2013 attraverso idonei lavori di restauro. Sono stati così riportati all’antico splendore i marmi policromi e al contempo sono state posizionate, in luogo delle antefisse rubate, due riproduzioni.
“Oggi l’antica opera di marmo – afferma il Sindaco Cosmo Mitrano – viene restituita alla città di Gaeta che con grande emozione l’accoglie e, solo temporaneamente, ma con grande cura, la ospita presso la Pinacoteca Comunale Giovanni da Gaeta, per poi trovarle la più idonea collocazione museale”.