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Rifiuti #Formia, aumentano i costi di smaltimento dell’indifferenziato. Marciano: “Grazie al porta a porta risparmiati 400.000 euro di maggiori costi”

“Sebbene vi sia stato un aumento considerevole dei costi di smaltimento dell’indifferenziato, grazie alla raccolta differenziata porta a porta, Formia non subirà particolari contraccolpi”. A dirlo è l’Assessore alla Sostenibilità Urbana Claudio Marciano.

“Il conferimento presso gli impianti che effettuano il trattamento del rifiuto indifferenziato – spiega – ha subito aumenti del 15% con valore retroattivo al 1 gennaio 2012. Ciò comporterebbe un surplus di circa 400 mila euro da recuperare sulle prossime bollette ma, grazie alle riserve che l’Amministrazione ha prudentemente accantonato negli ultimi anni e ai risparmi che la differenziata garantisce sulle spese di conferimento, siamo riusciti a coprire quasi completamente tale costo. Il risultato è figlio della gestione oculata garantita dal settore Ambiente del Comune e del contributo che in questi anni i cittadini hanno offerto alla buona riuscita della raccolta differenziata, ormai stabilmente sopra quota 60% (a gennaio 2016 il dato è del 62%). C’è da dire inoltre che vi è stato un aumento di pari proporzione anche nel trattamento dell’organico, per fortuna senza retroattività. Anche in questo caso, grazie alla buona gestione della Formia Rifiuti Zero, questo sovracosto dovrebbe essere assorbito da altre economie del servizio, a testimonianza del fatto che una gestione pubblica del servizio consente queste ed altre elasticità”.

“La penuria delle infrastrutture industriali demandate al trattamento dei rifiuti – prosegue Marciano – produce un costante incremento dei costi di gestione. In un quadro come questo lasciare immutate le tariffe è già uno straordinario risultato. L’indifferenziato è un rifiuto irriciclabile e dannoso per l’ambiente. Ovunque, anche nei Comuni del nord, lo smaltimento è arrivato a costare 170-180 euro a tonnellata. L’unica soluzione se vogliamo sottrarci al rialzo continuo delle tariffe è non produrre più rifiuto secco residuo. Questo deve essere un imperativo per tutti, in primis per gli operatori commerciali: più secco viene prodotto maggiore sarà la tariffa. Il nuovo calendario di raccolta che entrerà in vigore dal 29 febbraio estende la monoraccolta del secco a tutta la città. Se pensiamo che nel 2013 il rifiuto non riciclabile ammontava a 13 mila tonnellate annue e che nel 2015 ha superato di poco le 7 mila tonnellate, ci rendiamo conto il traguardo è alla nostra portata. L’obiettivo del 2016 – conclude Marciano – è di scendere sotto le 6 mila tonnellate”.

redazione

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