Sono passati ben 16 anni da quando furono rilasciate le prime dichiarazioni di Carmine Schiavone alla Commissione parlamentare sulla gestione dei rifiuti tossici, in cui lo stesso boss dei casalesi affermava: “Per quanto riguarda i rifiuti, noi arrivavamo fino alla zona di Latina, borgo San Michele e le zone vicine erano già di influenza bardelliniana, perché avevano società che vendevano nella zona di Latina assieme ai Diana. Dopo la guerra del 1988 contro i Bardellino, Arrivammo noi. Io e mio cugino avevamo comprato un’azienda che mi sono fatta sequestrare perché era ‘sporca’, proprio nella zona di Latina e anche a scendere giù, cioè non solo a Latina, ma anche a Gaeta, Scauri ed altre zone“. Alla domanda poi “Fino a dove vi spingevate?“, Schiavone afferma “fino a Latina, perlomeno così sapevo, fino al 1992 noi arrivavamo a Latina“. I fusti interrati contenevano tuolene, ovvero rifiuti provenienti da fabbriche della zona di Arezzo, Massa Carrara, Genova, La Spezia e da Milano. Molteplici le sostanze tossiche come fanghi industriali, rifiuti di lavorazione di tutte le specie, tra cui quelli provenienti da concerie, e non manca certo qualche camion dall’estero.
Queste dichiarazioni sono state tenute top secret per tutti questi anni per la loro gravità, e solo sono piccola parte di un fascicolo lungo ben 63 pagine.