L’area di Vindicio invasa in questi giorni da rifiuti (retini colorati) è, purtroppo, solo uno dei tanti fenomeni che in maniera più o meno ricorrente si verificano lungo le nostre spiagge.
Al di là di un miglioramento complessivo della costa, anche sotto il profilo della sua capacità ricettiva e di attrazione balneare e sportiva, ancora molti sono i segnali allarmanti che testimoniano presenze nocive alla salute del nostro mare.
Non conosciamo ancora le origini di questo recente accadimento ma sembrerebbe trattarsi di residui provenienti dalle lavorazioni degli impianti di mitilicoltura che il litorale di Vindicio suo malgrado ancora ospita al suo interno.
E al di là della provenienza, che verrà appurata dall’indagine che sta eseguendo la Guarda Costiera, su esposto del Comune di Formia, rimane un dato : il nostro litorale evidenzia spesso segni di inquinamento ( rifiuti di vario genere, ondate di sporcizia soprattutto in alcune ore della giornata, schiume biancastre ) molti dei quali riconducono a quegli impianti .
Tale constatazione non può essere sottaciuta ed è ormai tempo di infrangere qualsiasi ostacolo e, anche rinunciando al garbo istituzionale che ha sempre accompagnato le nostre proposte , chiedere con la fermezza consueta e senza temere lo scontro , un intervento mirato, serio, convinto da parte in particolare della Regione. Il tema è troppo importante e i ritardi accumulati sono insopportabili.
Un territorio che vanta bellezze naturalistiche e paesaggistiche rilevanti e di pregio come il nostro non può accettare senza reagire di essere ancora trascurata .
Non è più tollerabile, al di là di qualsiasi differenza di orientamento politico, l’assenza di una iniziativa concreta che metta fine a questa annosa ed incresciosa situazione di stallo , responsabile di criticità ambientali soprattutto nel litorale di Formia . Non si possono ancora giustificare disinteresse e silenzio attorno ai temi del recupero ambientale del nostro Golfo. Avvertiamo l’obbligo di continuare la nostra battaglia.
L’ istituzione dell’area sensibile risale al 2010 e sette anni ci sembrano davvero troppi.
La delibera regionale, ottenuta grazie al nostro impegno politico, oltre a vietare l’installazione di nuovi impianti di itticoltura e acquacoltura o l’ampliamento di quelli esistenti, disponeva la ricollocazione delle vasche di acquacoltura al di fuori dell’area sensibile.
Stiamo ancora ad aspettare che ciò avvenga. Non si è ancora provveduto all’attuazione di tali misure, sebbene previste per legge.
Da Formia, anche tramite nostro diretto interessamento , e pure utilizzando posizioni istituzionali e appartenenze politiche , è pervenuta più volte alla Regione la proposta di un intervento che consentisse lo spostamento off shore degli impianti di acquacoltura. Un Protocollo d’intesa con la Regione, sul tema della delocalizzazione oltre punta Stendardo, risale addirittura al 2007. Recente un ordine del giorno presentato in Consiglio regionale dai nostri Consiglieri MDP.
Anche alla luce delle recenti emergenze ambientali, continuiamo a sollecitare il settore competente regionale, affinchè dia seguito ai provvedimenti contenuti nella deliberazione sopra richiamata.
Impossibilitati con le nostre forze, almeno localmente, a mettere in campo un’azione diretta e di immediata operatività, coinvolgiamo competenze alte, come quella della Giunta regionale del Lazio, l’Assessorato Regionale di pertinenza , il Parlamento e il Ministro all’Ambiente.
Affidiamo ad una interrogazione regionale, e ad una interpellanza parlamentare, a nome MDP articolo Uno , e attraverso l’impegno e la sensibilità dei nostri più vicini ed autorevoli rappresentanti politici , le dovute risposte da parte dei governi nazionale e regionale.
Chiediamo un interessamento del Parlamento e del Governo, e un intervento diretto della Regione Lazio , affinchè ciascuno con i mezzi che gli sono propri , possa contribuire a risolvere le problematiche che ostacolano la piena attuazione dell’area sensibile nel Golfo di Formia Gaeta , mettendo in atto provvedimenti in grado di avviare le operazioni di delocalizzazione degli impianti , che sono all’origine di molte criticità e problematiche ambientali del nostro mare .
La richiesta, inoltre, di maggiore carattere comprensoriale e provinciale , riguarda ancora una volta l’allargamento dell’estensione dell’area sensibile , dal Garigliano al Promontorio del Circeo, tenendo conto peraltro che i laghi costieri della provincia di Latina sono già indicati , con provvedimenti regionali, come bacini di area sensibile.
Vogliamo che questa sia la volta buona. Non siamo disponibili a cedere.
Rimettiamo con decisione questo tema al centro delle azioni politiche del Coordinamento provinciale di Latina di ART UNO , pretendendo che anche questo si faccia garante di un intervento definitivo a Formia, nel Golfo e nel sud pontino .Formia, 5 agosto 2017 Mariarita Manzo ART UNO MDP FORMIA
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