Vent’anni e una fedina penale immacolata. E’ stato arrestato per violenza sessuale e dopo tre settimane, tra carcere e domiciliari, assolto con formula piena e tante scuse.
Un giudice del tribunale di Roma ha accertato che il presunto maniaco in erba, portato in aula in manette perché si sarebbe masturbato in mezzo alla strada, a un passo da Porta Maggiore, pronto ad assaltare passanti, si stava solo frugando nel costume per liberarsi dalla sabbia. Così, disposta la liberazione dell’imputato, ha chiesto la trasmissione degli atti in procura per i due carabinieri che hanno proceduto all’arresto, presupponendo una dose di inesattezze nel verbale. Tanto che ora i militari rischiano di ritrovarsi indagati per falso. Si è concluso con un colpo di scena giudiziario, ieri, a Piazzale Clodio, il processo a carico di Luca M., un ventunenne di Torre Angela, finito in cella il 4 agosto, in via Statilia, con l’accusa di violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico in presenza di minori. Sceso dal tram il ragazzo, aveva cominciato a frugare con le mani nei pantaloncini, a suo dire, per liberarsi dalla sabbia dopo una giornata trascorsa a giocare a beach volley a Ostia. Una passante, però, che avrebbe scorto le parti intime sotto il costume, mentre il giovane si avvicinava camminando, preoccupata da eventuali cattive intenzioni, aveva allertato subito i carabinieri.
LA CATTURA
L’arresto è stato immediato. Due militari del nucleo motociclisti di passaggio hanno rintracciato e bloccato subito il ragazzo. Il giovane, è stato scritto sugli atti, aveva mostrato le parti intime e aggredito una passante. Una versione rettificata dalla donna che aveva firmato la denuncia il giorno dopo, ancor prima dell’udienza di convalida dell’arresto. «Ho visto sì che si toccava – ha precisato – ma non ha toccato me”.
LA RICOSTRUZIONE
Ieri il pm di aula, Francesco Scavo, durante il processo ha chiesto l’assoluzione con formula piena per l’imputato. «Il tentativo di violenza -ha detto – non è mai avvenuto. E se la denuncia rettificata, girata nei tempi dovuti dai carabinieri a Piazzale Clodio, fosse stata allegata subito agli atti probabilmente l’imputato si sarebbe evitato la convalida dell’arresto e altre due settimane di detenzione». In aula è caduto anche l’altro reato contestato: gli atti osceni in presenza di minori. La denunciante ha specificato: «Minorenni in giro in quel momento non ne ho visti». Così il giudice, per questa aggravante, ha disposto un approfondimento dell’indagine, ma a carico dei carabinieri che hanno redatto il verbale d’arresto. L’imputato, assistito dall’avvocato Vitaliano Buonfiglio, era in lacrime in aula.
Fonte: www.ilmessaggero.it