In merito si evidenzia che tale attività si sviluppava a seguito della presentazione presso gli Uffici del Commissariato di Gaeta di una denuncia di furto di un natante gonfiabile di circa 6 metri da parte del presidente dell’Associazione “Scuba Diving Club Gaeta”.
Detto natante, provvisto di motore fuoribordo, era stato asportato da ignoti dalla Darsena di S.Carlo a Gaeta dove era stato regolarmente ormeggiato.
Nei giorni successivi alla denuncia era stato notato, su di un noto sito di vendite on line, un annuncio di vendita di parti di natante corrispondenti chiaramente a quelle oggetto di furto, al cui interno veniva fornito quale referente il nominativo ed il numero di telefono del venditore.
L’utenza risultava intestata ad una persona residente in provincia di Caserta dall’individuazione della quale si sviluppava l’attività di iniziativa del personale del Commissariato che contattata tale persona all’utenza su menzionata spacciandosi per persona interessata ai prodotti offerti in vendita fissava un appuntamento simulandone l’acquisto.
Una volta fissato tale incontro, il venditore si presentava all’appuntamento e, ignorando con chi stava trattando, invitava il personale della Squadra di Polizia Giudiziaria a seguirlo per mostrargli la merce in vendita.
Una volta giunti presso l’abitazione del M.C. questi li accompagnava all’interno di alcuni locali deposito pertinenti all’abitazione ove erano rimesse le parti della plancia di comando del natante, l’antenna radio e il roll-bar che venivano individuate senza ombra di dubbio in quelle sottratte in precedenza.
A quel punto, il personale si qualificava e procedeva alla compiuta identificazione dell’uomo ed a porre sotto sequestro il materiale rinvenuto.
Nell’immediatezza M.C. dichiarava spontaneamente di aver rinvenuto le parti del natante abbandonate presso l’argine sinistro del fiume Volturno e di aver inserito l’annuncio sul sito indicato con la propria utenza telefonica.
Successivamente accompagnava gli agenti operanti sul sito da lui indicato quale luogo del ritrovamento ove si evidenziava chiaramente da alcuni elementi la discordanza tra le dichiarazioni e gli elementi di prova emersi.
A seguito di tale articolata attività investigativa il predetto M.C. veniva pertanto ritenuto responsabile del reato di ricettazione e deferito all’A.G. competente.
Comunicato Stampa
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