Era entrata in acqua in una zona dove la balneazione è rigorosamente proibita, trattandosi dello specchio marino antistante la grotta di Tiberio, area di competenza del parco Riviera d’Ulisse. Erano le 15,20 quando Sara S., 22enne di Marcianise, si è tuffata in mare, con alcuni amici, vicino agli scogli della suggestiva spiaggia della riviera di levante di Sperlonga. Dopo sette minuti la giovane ha iniziato a sentirsi mancare la sabbia sotto i piedi, per via di mulinelli d’acqua che l’hanno subito messa in forte difficoltà. Ha iniziato a dimenarsi nell’acqua, a chiedere aiuto, a urlare ma gli amici non ce l’hanno fatta a tirarla in salvo. E’ a quel punto che è sopraggiunto tempestivamente Carlo Palazzi, bagnino della cooperativa “Emarilù” del presidente Marcello Masci. Coadiuvato dal responsabile tecnico del personale, Federico Virgilio, il bagnino è riuscito a trarre in salvo la donna subito affidata a un’ambulanza del 118 che l’ha prontamente trasportata presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Fondi dove i medici le hanno prestato le cure del caso, dichiarandola, dopo trenta minuti, fuori pericolo. L’episodio ha comunque sollevato una ridda di critiche nei confronti del Parco Riviera d’Ulisse che dovrebbe assicurare il controllo dell’area marina, di sua competenza, apporre una vistosa cartellonistica rigorosamente dissuasiva della balneazione e svolgere un’azione repressiva nei confronti dei contravventori delle norme. Ma da più di due anni, hanno ripetuto un decina di habituès della spiaggia, non si vedono né cartelli, né guardiaparco, per cui i bagnini della Emarilù restano da soli a combattere contro i recidivi contravventori nei cui confronti ora si invoca l’intervento deciso da parte della Guardia Costiera. E con agosto in arrivo se ne sente veramente il bisogno.Orazio Ruggieri