La situazione, che stava volgendo per il peggio, era giunta a un punto di non ritorno, con il dramma che stata concludendosi con un epilogo tragico. Questa la disperata situazione che si è registrata nella mattinata di giovedi 27, a San Magno, periferia rurale di Fondi dove una signora di 63 anni, allettata da tempo in conseguenza delle devastanti conseguenze prodotte dalla SLA, aveva fatto registrare un tracciato della funzionalità cardiaca quasi piatto. Era successo che la variegata gamma di strumentazioni utilizzate dagli operatori che la tengono in cura, si erano disattivate causa un guasto all’erogazione dell’energia elettrica nella zona, che, alle otto del mattino, aveva provocato il black out dell’impianto elettrico “privilegiato” (di garanzia, n.d.r.) che serve l’abitazione della 63enne, assistita, 24 ore su 24, oltre che dai familiari, anche da una infermiera a ciò deputata dalle disposizioni dell’Asl. Comprensibile il panico di quanti le stavano affianco, soprattutto dopo che, avendo inutilmente sollecitato il ripristino dell’erogazione dell’energia elettrica al gestore e dopo aver chiesto l’intervento delle strutture istituzionali preposte a gestire certi tipi di emergenza, senza ricevere alcun riscontro positivo, al di fuori di una serie di rimpalli di responsabilità, il battito cardiaco della donna faceva registrare un progressivo e drammatico ritmo. E’ stato a quel punto, allora, che marito e figlia, hanno investito del problema il sindaco in persona di Fondi e Salvatore De Meo, ben conscio delle potenzialità strutturali e della professionale deontologia operativa dei volontari della locale Protezione Civile “Falchi Pronto Intervento”, ha immediatamente allertato i ragazzi del presidente Mario Marino. In men che non si dica è partita per San Magno la squadra coordinata dal responsabile Enzo Marino, non nuovo a questo tipo di interventi di altissima criticità, che ha portato nel veicolo polivalente il gruppo elettrogeno della struttura e gli opportuni pannelli elettrici per l’attacco dei numerosi apparecchi salvavita: ventilatore h24, aspiratore, macchinari per nutrizione artificiale, saturimetro, letto antidecubito, oltre a strumenti complementari ma necessari per garantire la sopravvivenza della donna. Solo l’attivazione delle apparecchiature “spente”, mentre il battito stava toccano quasi il minimo nella scala della normalità, ha consentito alla paziente di “risvegliarsi” e agli operatori sanitari, con i parenti, di ritrovare la calma. Comprensibile, a quel punto, la toccante gratitudine mostrata dai familiari ai ragazzi del responsabile della squadra Enzo Marino e, al tempo stesso, le parole di dura condanna per l’atteggiamento di chi, nell’ora drammatica del pericolo, non avrebbe ottemperato a quanto dovuto, fatto questo, hanno pure comunicato i familiari, che hanno redatto una lettera di ringraziamento per la protezione Civile, per i “Falchi” e per il sindaco di Fondi, che verrà denunciato, con tutti i particolari delle omissioni, al gestore della rete elettrica, alla Prefettura e, soprattutto, alla procura della Repubblica.
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