La giornata di domani, come tutti ben sappiamo e’ dedicata agli innamorati e, più genericamente, a tutte le persone che in qualche modo si vogliono bene. Nel corso degli anni diverse amministrazioni postali hanno ricordato San Valentino attraverso l’emissione di francobolli dalle più svariate rappresentazioni. Oggi ne ripropongo solamente un paio, dato che la vastità di immagini, renderebbe questo breve articolo troppo tecnico e poco discorsivo. La prima risale al 1985 e ripropone la celebre illustrazione degli “innamorati” di Raymond Peynet con un facciale da 2,10 franchi. Gli altri valori invece saranno emessi domani dalle Poste Austaliane e ripropongono da una parte, una sequenza di cuori e dall’altra la rosa; in entrambi e’ evidente la parola “Love”.
Tutti festeggiano, ma chi sa’ davvero dove affonda le radici il culto di Valentino?
Credo che in pochi possano rispondere affermativamente e, per tale motivo, ripercorro brevemente la storia che ha legato il nome del Santo a questa festività. I primi riferimenti risalgono ai tempi dell’impero romano, con ben tre martiri e religiosi di nome Valentino come papabili candidati al ruolo di venerabile: Valentino di Roma, Valentino di Terni e Valentino africano, anche se la leggenda esclude il secondo ed il terzo, indirizzando ogni riferimento a Valentino di Roma, il quale patì il martirio sotto l’impero di Claudio il Gotico. Proprio durante la reclusione egli fu pervaso da un amore totale verso la figlia di uno dei giudici che lo avevano condannato, Giulia. La ragazza, seppur cieca ma nobile di cuore, fu miracolosamente guarita proprio da Valentino, il quale le restituì la vista. La guarigione porto’ la famiglia di Giulia, acerrima nemica del cristianesimo, a convertirsi alla fede, anche se non fu possibile per Valentino aver salva la vita: l’imperatore Claudio il Gotico lo fece decapitare ugualmente. Pochi istanti prima di morire però Valentino affidò nelle mani dell’amata Giulia un biglietto che recava scritto un breve ma significativo messaggio: “Tuo Valentino…”. Proprio a questo dettaglio si fa risalire l’usanza di scambiarsi le lettere per il giorno di San Valentino e, dalla metà dell’Ottocento, anche doni come fiori, dolciumi, anelli o quant’altro possa lasciare di stucco il proprio partner.
a cura di Alessandro Di Tucci