“Fine del commissariamento della sanità in mano al presidente della Regione Nicola Zingaretti”. Plaude il meetup Formia 5 Stelle alla norma varata dal Governo nazionale che stabilisce come l’incarico di Commissario straordinario non potrà più essere rivestito dal Presidente regionale ma da un soggetto terzo e senza conflitti di interesse. “E’ un primo risultato per un Lazio ammalato e che fino a oggi ancora non è riuscito a guarire affidandosi ad amministratori che, partendo da diagnosi errate, hanno applicato terapie sbagliate. A cominciare dalle strutture ospedaliere che già sono state svendute nel 2003 attraverso l’operazione San.Im. quando la Regione Lazio regalò 49 dei suoi 56 ospedali, con un ricavo di 1,3 miliardi di euro, per poi riutilizzarli pagando un affitto al costo di 85 milioni annui fino al 2033 e una perdita netta di oltre 1,2 miliardi di euro: operazione già valutata dalla Corte dei Conti nel 2009 come irragionevole e finanziariamente insostenibile”.
E specificatamente sul sud pontino: “Qui la sanità versa in condizioni gravissime, incapace di curare e con i cittadini inermi spettatori della chiusura di ospedali, di altri lasciati semiaperti ed altri ancora riconvertiti in punti di primo intervento e con la spada di Damocle di una chiusura l’anno prossimo, a fronte di una ipotetica riconversione in strutture ambulatoriali diurne di cui ancora non sono noti tempi e modi”.
Chiosano da Formia 5 Stelle: “Rispetto ad una sempre più crescente domanda di salute, abbiamo assistito a una riduzione in numero e in qualità dei servizi sanitari sia nelle condizioni di elezione sia in quelle di urgenza/emergenza senza ancora che sia rimesso al centro del cerchio della salute il cittadino e i suoi bisogni ma soltanto logiche economiche e di bilancio che di fatto hanno favorito i privati, presenti massicciamente anche nel nostro territorio. In particolare sui PPI – aggiungono da Formia 5 Stelle – ci opponiamo fermamente alla loro trasformazione fin quando non sarà chiarito, come richiesto dai nostri portavoce regionale che hanno impegnato la Giunta Zingaretti, come verranno gestite le migliaia di prestazioni che essi attualmente forniscono”.
Punto finale dell’analisi: “Va fornito alla comunità un ospedale degno di questo nome che non costringa gli ammalati a dover peregrinare, spesso anche in condizioni precarie e critiche, per mezza provincia alla ricerca di una consulenza o di un esame strumentale o di una prestazione che potrebbe essere tranquillamente offerta in loco. Soprattutto occorre ribadire con tutti gli atti necessari che la salute è un diritto costituzionalmente sancito”.