La macchina di Sanremo 2025 è ufficialmente partita, ma la notizia è che negli ultimi giorni è arrivata la diffida a Carlo Conti e alla Rai: ecco che cosa succede.
Ci mancano circa due mesi all’inizio della nuova edizione della kermesse musicale italiana e il pubblico non vede l’ora di conoscere i dettagli di ciò che vedrà, tra cast e co-conduttori che affiancheranno Conti. La prima data da fissare sul calendario è il 1° dicembre, quando il conduttore e direttore artistico annuncerà i Big in gara in diretta al Tg1.
A pochi giorni dall’annuncio ufficiale del cast di Sanremo 2025, è spuntata fuori la notizia che il Codacons ha diffidato Carlo Conti e la Rai. L’associazione in difesa dei consumatori ha fatto sapere che ha imposto un “daspo” al conduttore e alla macchina organizzativa del festival musicale. La decisione è arrivata in via preventiva, soprattutto perché nelle ultime settimane sono circolate una serie di nomi di artisti che, a quanto pare, non vanno giù al Codacons per motivi passati.
Sanremo 2025, diffida preventiva del Codacons: il motivo
Nella diffida presentata dal Codacons alla Rai e al direttore artistico del Festival di Sanremo 2025 ha spiegato di voler evitare canzoni che contengano messaggi pericolosi, ovvero con contenuti misogini o che incitino alla violenza tra i giovani, soprattutto da parte di artisti che in passato si sono distinti per brani il cui tema era “diseducativo”. Questo soprattutto per il fatto che i temi come femminicidio e bullismo sono una priorità per l’Italia.
Il Codacons vorrebbe evitare che all’Ariston vadano rapper come Tony Effe, il cui nome sta circolando da diversi giorni tra i papabili nel cast, e che in passato si è distinto per i testi sessisti delle sue canzoni, per frasi che offendono le donne e che incitano i giovani a delinquere. “La Rai non può in alcun modo portare sul palco di Sanremo artisti che lanciano messaggi errati, diseducativi e pericolosi soprattutto per i più giovani”, si legge.
L’associazione ha rivolto la nota al mondo della discografia e della radio, riferendosi ad artiste donne che hanno duettato con rapper discussi. “Solo a parole si dichiarano contro la violenza sulle donne, ma nei fatti osannano e portano al successo pseudo-artisti che nei loro testi trasformano le donne in oggetto o contengono insulti e frasi sessiste. – hanno detto – Una ipocrisia ignobile e intollerabile che deve finire”.