L’annuncio è di quelli che fanno sognare: «Vendesi isola e terreno edificabile». Il prezzo , invece, fa tremare i polsi: 22 milioni di euro; senza impianti né rete idrica. La realtà, infine, fa sorridere: sono anni che il propietario di una casa con annessi terreni agricoli sull’isola di Santo Stefano, accanto a ventotene, tenta di vendere a caro prezzo quell’angolo di paradiso. Per fare l’en plein , poi, l’immobiliare incaricata della cessione calca la mano: «Sull’isola nel cui carcere fu rinchiuso l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini, si vendono 25 dei 28 ettari. Il lotto in vendita è edificabile, i rimanenti 3 ettari, su cui sorge anche il carcere, sono di proprietà del Demanio». Peccato che l’isola sia sottoposta a vincoli severi, tra i quali quelli derivanti dall’essere al centro della Riserva marittima integrale più importante del Tirreno.
«5 ETTARI E NON 25» – Da Ventotene mettono le mani avanti: l’annuncio è fuorviante, dicono i maggiorenti dell’isola di Giulia. «Tanto per cominciare il terreno e la casa in vendita si estendono su 5 ettari e non 25: una striscia di terra – spiega Daniele Coraggio -. Eppoi sono anni che ci provano: nessun presunto acquirente è mai andato oltre la telefonata curiosa». La casa con i 5 ettari apparterrebbe ad un notaio napoletano, tale dottor Orazio Ciarlo, che l’avrebbe acquistata al prezzo di circa 1 miliardo di lire nel 1990, dai precedenti proprietari: i Taliercio, allora titolari anche dell’Hotel Mezzatorre.
APPELLO A NAPOLITANO – Il leader dei Verdi Angelo Bonelli rivolge un appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Chiediamo che l’Isola di Santo Stefano sia dichiarata monumento nazionale, perché oltre ad essere una riserva straordinaria di biodiversità rappresenta un luogo simbolico per la nostra democrazia». E auspica una norma che consenta «venga acquisita al patrimonio dello Stato l’isola», un luogo «simbolo della prigionia di molti padri della nostra democrazia compreso il presidente Pertini».
ISOLA DI CONFINO – Santo Stefano è isola famosa per i suoi trascorsi di ergastolo:l’ edificio settecentesco (di proprietà demaniale) voluto da Ferdinando IV di Borbone, fu carcere fino al 1965. Progettato da Francesco Carpi è oggi una struttura fortemente degradata. Inaugurato nel 1795 l’ edificio fu costruito con l’ allora sperimentale forma a «panottico» (dal titolo del volume del giurista inglese Jeremy Bentham, Panopticon, su certe forme in architettura in grado di garantire il dominio sulle menti). La forma a ferro di cavallo permetteva infatti un controllo continuo dei detenuti. Tra i quali figurarono appunto Pertini, Luigi Settembrini, Silvio Spaventa e l’anarchico Gaetano Bresci . Nei diari di Pertini ci sono frasi molto toccanti sulla sua prigionia a Santo Stefano.
MINACCIA DI ESPROPRIO – Già nell’agosto 2005, una immobiliare tedesca – la www.vladi.de, specializzata nella vendita di esclusive isole in tutto il mondo, dai Caraibi alla Polinesia – aveva annunciato la vendita di Santo Stefano per 20 milioni di euro. Pochi giorni dopo era stata approvata una delibera della Regione Lazio, in cui si avviavano le procedure di esproprio proprio per lo splendido isolotto. «In realtà sull’isola si sovrappongono le proprietà: due private che coprono in effetti buona parte della terra, circa 40 ettari; poi quella della zona del carcere che è del demanio. L’immobile dove fu imprigionato Pertini è ancora oggi del demanio», dice Angelo Bonelli, che all’epoca era assessore regionale e nel 2005 occupò l’isolotto con un gruppo di pescatori ventotenesi, chiedendo già all’allora presidente della Repubblica Ciampi che la dichiarasse monumento nazionale e bene indisponibile dello Stato.
Fonte: www.corriere.it
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